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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Civico, 36enne muore dopo operazione all’utero: famiglia presenta esposto

I familiari di Grazia Sinagra hanno presentato denuncia in Procura dopo il decesso della donna, sposata e madre di due bambine. Si era sottoposta a un intervento per rimuovere delle "cisti" all'utero. Sequestrata la cartella clinica, disposta l'autopsia

Passati otto mesi dal primo controllo le avevano fissato l’intervento chirurgico per rimuovere alcune cisti all’utero. Dopo cinque ore passate sotto i ferri e una volta tornata in reparto, però, è andata in arresto cardiaco e mezz’ora dopo è deceduta. I familiari di Grazia Sinagra, 36 anni, hanno presentato un esposto in Procura per denunciare un presunto caso di malasanità. “Non posso affermare con certezza - spiega a PalermoToday Maria Crivello, la cognata - che anticipando l’operazione sarebbe stato possibile salvarla, ma gli stessi medici ci hanno confessato che con il tempo la situazione è andata peggiorando”. A seguito della denuncia sono stati disposti il sequestro della cartella clinica e l’autopsia.

Tutto inizia a marzo scorso, quando la donna comincia ad avvertire forti dolori ad ogni ciclo mestruale. “Le hanno diagnosticato una endometriosi - continua la cognata - spiegandole che oltre all’intervento avrebbe dovuto seguire una lunga terapia. L’hanno inserita nella lista ‘B’ sostenendo che in massimo due mesi sarebbe andata in sala operatoria. A causa di altre emergenze l’operazione è stata rinviata più volte e mio fratello (marito della donna, ndr) è andato a sollecitare. L’ha anche accompagnata più volte al pronto soccorso, ma non l’hanno mai ricoverata. Per ridurre i dolori - aggiunge - l’hanno bombardata di 'punture' e 'bustine' ma con il tempo, oltre che fisicamente, si è abbattuta psicologicamente”.

Dopo ulteriori rinvii si arriva alla fine di ottobre. La famiglia, alla notizia che Grazia sarebbe stata operata a giorni, ha gioito. Ma solo per poco: “Hanno programmato il ricovero per il 25 ma a causa di altre urgenze - spiega ancora la cognata - l’hanno rispedita a casa e di fatto è stata ricoverata il 31”. Il giorno successivo la 36enne è entrata in sala operatoria alle 7.30. A mezzogiorno, mentre i familiari attendevano notizie, è uscito il chirurgo per aggiornarli: “Ci ha riferito che era malconcia e ci ha detto che avevamo ragione a sollecitare l’ospedale. ‘E’ stata una donna molto forte’, ci ha detto”. L’operazione si è conclusa intorno alle 15 dello tesso pomeriggio. “Il chirurgo è uscito e ci ha detto che era riusciti a salvare entrambi le ovaie e che aveva risolto il problema al retto senza tagliare e ricucire”.

Grazia Sinagra-2

La cognata racconta con amarezza il momento di gioia vissuto. “Ci siamo rallegrati, ma è durata 5 minuti. Mentre usciva aveva gli occhi chiusi e ha emesso solo un lamento. Poi l’hanno portata in camera dove mio fratello l’ha raggiunta”. Nel suo letto, nel giro di mezz’ora, la situazione sarebbe precipitata: “Il marito ha visto un’infermiera che cercava di rianimarla e urlava di chiamare i medici. Solo dopo abbiamo appreso che sarebbe andata in arresto cardiaco per almeno 20 minuti. Sono riusciti a prenderle il battito e l’hanno portata nel reparto di Rianimazione. Ma sappiamo bene che le cellule cerebrali, dopo soli 6 minuti senza ossigeno, posso essere compromesse e portare danni irreparabili”.

La famiglia sostiene di non aver ricevuto alcuna spiegazione su quanto era accaduto, mentre qualche medico avrebbe spiegato loro che sono “cose che possono capitare”. L’equipe sanitaria ha effettuato più volte gli accertamenti che - spiega ancora la cognata - sarebbero serviti al cardiologo per fare una sua valutazione. “Non sono risaliti a nulla. Ci hanno spiegato che la pressione cranica era altissima e che rischiava quasi che le ‘scoppiasse’ il cranio. Hanno applicato una valvola senza ottenere risultati, poi è tornata sotto i ferri proprio per ridurre la pressione”. Le condizioni della donna, però, sono peggiorate di giorno in giorno fino a quando, lo scorso lunedì, la 36enne è deceduta.

Dopo quanto accaduto il marito si è rivolto allo Studio2M Palermo che, tramite l’avvocato Christian Vannucchi, ha depositato l’esposto nel quale si chiedeva il sequestro della cartella clinica, la disposizione di una consulenza tecnica per accertare le cause del decesso, eventuali negligenze, imprudenze o l’imperizia da parte dell’ospedale. La famiglia di Grazia Sinagra ha annunciato che darà il via libera all’espianto degli organi solo dopo l’esame autoptico. Dall'ospedale Civico, alla luce della denuncia, mantengono il massimo riserbo sulla vicenda: "C'è solo il profondo dispiace per quanto accaduto".

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