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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Casteldaccia

Spacciavano droga vicino alle scuole Sei arresti a Casteldaccia

L'indagine dei carabinieri di Bagheria è scattata dopo la segnalazione di alcuni genitori. La banda usava linguaggi in codice, con le dosi di hashish che diventavano "giubbotti". Il capo della banda il titolare di un centro scommesse

Per non farsi scoprire dalle forze dell'ordine la banda di spacciatori usava un linguaggio in codice. Così le dosi di hashish venivano chiamati “i giubbotti”. Non solo. Il titolare del centro scommesse, capo indiscusso della banda, aveva "blindato" con un sistema di "pali" e "vedette", a piedi e in auto, l'esercizio commerciale. (GUARDA IL VIDEO)

I carabinieri di Bagheria dalle prime ore del mattino conducono un'operazione antidroga per l'esecuzione di 6 provvedimenti cautelari emessi dal gip del tribunale di Termini Imerese e del tribunale per i minorenni di Palermo, su richiesta della Procura di Termini Imerese, nei confronti di un gruppo di giovani, specializzati nello spaccio di hashish nel comprensorio bagherese.

L'operazione, denominata "Pusher", è l'epilogo di un'articolata e complessa attività investigativa sviluppata nel 2011, che ha preso inizio dalle numerose segnalazioni raccolte sul territorio dai militari dell'Arma, impegnati anche nel controllo delle aree urbane vicine a istituti scolastici, dove insegnanti e genitori manifestavano apprensione per il diffondersi dello spaccio e del consumo di stupefacenti.

I servizi di osservazione a distanza e le telecamere nascoste dagli investigatori, hanno ricostruito la mappa dello spaccio, documentando tra l'altro i passaggi e il consumo della droga nelle strade del paese di Casteldaccia e dei comuni vicini. Qui una nuova banda, composta da giovanissimi, uno dei quali all'epoca dei fatti minorenne, era stata in grado di imporsi sul mercato della droga, in termini monopolistici, per l'atteggiamento aggressivo e la condotta spregiudicata, il tutto celato sotto una parvenza rassicurante e innocua. Il punto nevralgico dell'attività di spaccio era il centro scommesse "Banco Sport" nel centro del paese.

Il titolare per evitare di attirare l'attenzione sulla sua sala giochi, aveva diversificato l'attività di spaccio, utilizzando luoghi e modalità diverse per la cessione delle dosi di hashish. Era stato anche previsto un servizio di spaccio "itinerante", una sorta di "droga taxi" che provvedeva alla consegna dello stupefacente direttamente al richiedente.

Il canale di approvvigionamento degli stupefacenti conduce alle principali piazze di spaccio di Palermo, con un tariffario molto conveniente, con l'hashish che veniva smerciata a 10 euro per ogni dose. Durante le indagini sono state segnalate alla Prefettura 80 assuntori abituali di droga e sequestrato 1,5 chili di hashish. Singolare, infine, l'episodio in cui un componente della banda, dopo aver rubato una moto, è stato richiamato severamente dal capo, e invitato a non commettere rapine, ma “guadagnare i soldi” con la droga e basta.
 

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