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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Trattativa Stato-mafia, Brusca: "Mancino destinatario del papello"

Interrogato a Rebibbia durante l'udienza preliminare del processo, il pentito poi ha riferito: "Dopo la cattura di Riina ci venne il dubbio che a farlo arrestare non fosse stato solo Di Maggio. Totò il mio 'maestro d'arte'"

''Il destinatario del papello era Nicola Mancino''. A ribadire che l'elenco con le richieste della mafia allo Stato fosse l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino è stato il pentito Giovanni Brusca interrogato a Rebibbia nell'ambito dell'udienza preliminare sulla trattativa Stato-mafia. Brusca e Mancino sono imputati, assieme a politici, boss ed ex ufficiali dell'Arma. Il collaboratore è accusato di violenza o minaccia a Corpo politico dello Stato, l'ex ministro di falsa testimonianza. Brusca ha datato la consegna del papello agli ufficiali del Ros tra la strage di Capaci e quella di via D'Amelio.

''Dopo la cattura di Riina ci venne il dubbio che a farlo arrestare non fosse stato solo Di Maggio'', ha detto Brusca. Il collaboratore ha riferito che Cosa nostra dubitò che la cattura del padrino, avvenuta il 15 gennaio del 1993, fosse dovuta solo al pentimento di Baldassare Di Maggio. Insomma, i boss pensarono che l'ala più morbida dell'organizzazione mafiosa fosse intervenuta e avesse ''consegnato'' il boss di Corleone.

RIINA MAESTRO - Nega di aver ritrovato la memoria su particolari mai svelati prima per salvarsi dall'indagine per riciclaggio in cui è stato coinvolto nel 2010 e definisce il boss Totò Riina il suo “maestro d'arte”. Il collaboratore di giustizia, che nel 2010 venne accusato di avere occultato e reinvestito parte del suo tesoro sottratto agli inquirenti, sostiene di essersi deciso a dire tutta la verità dopo avere incontrato i familiari di alcune vittime della mafia. "I rapporti tra Riina e Provenzano spesso erano di contrasto" a causa dei rapporti che Provenzano intratteneva con l'ex sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino. Brusca ha specificato che Riina “contestava a Provenzano di farsi soggiogare da Ciancimino”. Secondo le tesi dell'accusa, Ciancimino sarebbe stato il tramite tra ufficiali del Ros dei carabinieri e Provenzano negli anni delle stragi mafiose.

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