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Cronaca

Strage di Partinico, a Bonagia intitolate due strade a Casarrubea e Lo Iacono

Le vie Volpino e Spinone portano adesso i nomi dei due dirigenti sindacali della Cgil e militanti del Pci, impegnati nella lotta per la distribuzione delle terre incolte dei grandi feudi, uccisi il 22 giugno 1947

Le vie Volpino e Spinone, nel quartiere Bonagia, sono state intitolate a Giuseppe Casarrubea e Vincenzo Lo Iacono: i due dirigenti sindacali della Cgil e militanti del Pci impegnati nella lotta per la distribuzione delle terre incolte dei grandi feudi, che rimasero uccisi la sera del 22 giugno 1947, per mano della banda Giuliano in quella che poi prese il nome di strage di Partinico.

Alle cerimonie erano presenti, tra gli altri, anche il presidente della Commissione Nazionale Antimafia, Nicola Morra, il segretario generale Cgil Palermo, Enzo Campo, e i familiari di Casarrubea e Lo Iacono. "Continua un'importante azione di memoria e doveroso ricordo di chi, in anni durissimi di scontri per la libertà e la democrazia, si oppose alla mafia e ai suoi danti causa - ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando -. Ancora grazie alla Cgil che, con l'importante supporto della Commissione Toponomastica del Comune, sta contribuendo in modo decisivo a restituire un importante pezzo della storia e della lotta di liberazione della Sicilia".

Alla cerimonia congiunta, oltre al sindaco Orlando, sono intervenuti il presidente della commissione nazionale Antimafia, Nicola Morra, il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo e i nipoti Maurizio Casarrubea e Francesco Lo Iacono, con i figli e altri familiari. "Casarrubea e Lo Iacono sono stati costruttori di democrazia, figli importanti della nostra Costituzione. Ecco perché siamo qui oggi, per ricordare a tutti chi siamo - ha detto il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo - L’esercizio della memoria è fondamentale per non farci dimenticare la nostra identità e,  riferendoci ai fatti di Lampedusa, noi non possiamo dimenticare che la Sicilia è terra che accoglie i migranti e terra che ancora oggi emigra. Nel nostro Paese nel 2018 sono stati più gli emigranti che le persone giunte qui. E questo apre non solo una riflessione storica ma sociale. Non possiamo perdere la memoria dei nostri padri, nonni,  zii che  per anni, dal 1950 in poi, dal Sud  emigrarono  in Francia, Svizzera, Germania. Non fuggivano dalle guerre ma dalla fame, dalla miseria, cercavano l’emancipazione, volevano  che i loro figli non avessero la valigia in mano ma il futuro di un lavoro dignitoso. Ecco, la funzione della storia è non dimenticare chi siamo, da dove veniamo". 

Il segretario Cgil si è poi rivolto direttamente al presidente della commissione nazionale antimafia. "Vogliamo contrastare la visione manichea dei buoni e dei cattivi in corso nel nostro Paese. Noi lo facciamo giorno per giorno, con le nostre iniziative, mettendo assieme lavoratori migranti e lavoratori italiani. Non deve esistere lo scontro tra lavoratori poveri. E' questo il passo che vogliamo fare. In questo senso - ha aggiunto il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo - ci rivolgiamo al governo e anche a lei,  presidente della commissione  parlamentare antimafia, una commissione di cui un presidente, Pio La Torre, nostro dirigente di punta, ha elaborato, attraverso il lavoro e l’epopea del movimento dei lavoratori, una legge per sconfiggere  la mafia con il sequestro dei patrimoni,  la Rognoni-La Torre. Senza questo movimento e quei dirigenti trucidati non ci sarebbero  stati nemmeno Falcone e Borsellino e la riscossa del movimento antimafia degli anni Novanta”.      

"Rivendichiamo i diritti nel nome dei sindacalisti uccisi, eroi  che erano gente  comune, contadini, operai, insegnanti, uccisi mentre discutevano di lavoro nelle loro sedi. Settanta sindacalisti uccisi - ha concluso Campo - mentre rivendicavano lavoro, dignità, giustizia, libertà, emancipazione  sociale,  con l’assegnazione delle terre incolte: questa è stata forse la prima strage di Stato, prima ancora di Portella della Ginestra. Settanta delitti senza un processo. E dopo tanti anni noi siamo qui per rivendicare giustizia anche se la storia ha da tempo dato ragione a questi lavoratori e alla Cgil. Ringraziamo ancora una volta l’amministrazione comunale e il sindaco Leoluca Orlando, che ha accolto il nostro progetto di un percorso della memoria. Con le vie dei diritti, parte di questo progetto, stiamo cambiando la toponomastica di un intero quartiere della città". 

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