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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Bagheria

Giallo a Bagheria, scomparso un quadro dal museo Guttuso

Secondo quanto denunciato dai consiglieri d'opposizione Filippo Tripoli e Massimo Cirano, non c'è più traccia dell'opera "Testa di animale" del pittore Gianpaolo Berto. L'amministrazione comunale: "Avviata indagine interna"

Sembra non esserci pace per il museo Guttuso di Bagheria. Riaperto nel giorno di santo Stefano e chiuso dopo soli 100 giorni per adeguamenti tecnici, è nuovamente al centro delle polemiche. Da oltre due settimane, secondo quanto denunciato dai consiglieri d'opposizione Filippo Tripoli e Massimo Cirano, non c'è più traccia dell'opera “Testa di animale” del pittore Gianpaolo Berto.

La "sparizione" dalla stanza numero 9 del museo risale al mese scorso. "C'è una relazione da parte dei funzionari del Comune - dice Tripoli in una diretta sulla sua pagina Facebook - che dichiarano che è scomparso un quadro. Lo hanno scoperto il 5 maggio, la relazione è dell'11 maggio. A oggi non risulta presentata una denuncia. Volete farci sapere - dice Tripoli - che fine ha fatto? Volete dirci se è stato rubato? Il quadro era appeso, non ha le gambe".

La sparizione dell'opera, datata 1960, è solo l'ultima grana per l'amministrazione comunale. Il museo, riaperto dopo lavori di ristrutturazione costati quattro milioni di euro di fondi europei, era stato chiuso per l'assenza di agibilità. I vigili del fuoco avevano infatti negato la certificazione anti-incendio per i problemi al sistema antifumo. Il sindaco aveva quindi disposto la chiusura al pubblico, per consentire i lavori. Interventi che si sono protratti più del previsto a causa di ritardi nelle forniture.

La replica dell'amministrazione comunale - Il Comune in una nota ha sottolineato che "al momento ha disposto un’indagine interna e aveva già richiesto di completare il controllo di tutto l’inventario che non è stato ancora consegnato dagli uffici. La denuncia alle forze dell’ordine non era ancora partita perché nel momento in cui ci si è resi conto dello spazio vuoto sulla parete, verificando dall’inventario, si è evidenziato che il quadro che doveva occupare quella postazione era una tela di di Alberto Gianquinto, come da etichetta appesa e non di Berto. Verificando nei magazzini il quadro di Gianquinto è stato subito ritrovato in archivio e ritornato al suo posto. Solo in un secondo momento, quindi, ci si è resi conto che a mancare era un quadretto, inventariato erroneamente dalla precedente direzione, appunto l'opera 'Testa di animale' del pittore Giampaolo Berto; quadro che erroneamente occupava il posto di quello di Alberto Gianquinto".

“Appena appreso dell’accaduto, ho chiesto di avere relazione su quanto accaduto  - dice l’assessore alla Cultura Romina Aiello -. Stiamo procedendo con le verifiche e l’inventario, ecco perché non è ancora scattata la denuncia. Non ci risultano neppure accessi agli atti, anche questi elementi potrebbero essere un indizio quindi faremo denuncia anche per violazione del segreto istruttorio, non possiamo infatti escludere nulla sul responsabile anche se potrebbe essere facilmente ipotizzabile la motivazione per tempi e modi. Intanto abbiamo rafforzato l’impianto di sicurezza verificando il corretto funzionamento di tutte le telecamere, che ho personalmente controllato anche io; tutte le telecamere presenti sono attive”.

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