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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Errori in graduatoria, psicologa ricorre al Tar: Villa Sofia ammette sbaglio ma è troppo tardi

Dopo l'esito della selezione la seconda classificata ha iniziato la sua battaglia legale: "Attribuiti punteggi non corretti. Conflitto di interessi fra commissione e vincitrice". L'ospedale fa marcia indietro dopo 10 mesi, a un mese dalla scadenza del contratto

A dieci mesi dal contratto firmato da una psicologa con Villa Sofia per un progetto della durata di un anno, e dopo pec, richieste di accesso agli atti e anche un ricorso al Tar presentato dalla seconda classificata, la direzione ha revocato in autotutela l’incarico e stilato una nuova graduatoria per anticipare il giudizio dei giudici amministrativi. “Abbiamo sospeso la collaborazione, riunito la commissione ed esitato una nuova graduatoria. Nel caso di richieste risarcitorie valuteremo cosa fare e se eventualmente rivalerci sulla commissione”, ammettono il direttore generale dell’azienda ospedaliera Walter Messina e la responsabile delle risorse umane Maria Rosa Gabriella Sanfilippo.

La vicenda ha inizio nell’aprile dello scorso anno, quando gli ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello pubblicano un avviso per la selezione, fra gli altri, di uno psicologo infantile specializzato in disturbi dell'apprendimento nell’ambito di un progetto che prevedeva una collaborazione di un anno e un compenso totale di 15 mila euro lordi. Tra le candidate la dottoressa Eleonora Pizzitola, risultata inizialmente vincitrice, e la dottoressa Francesca Bartolomei, che dopo essere stata "battuta" per pochi punti ha deciso di controllare i punteggi attribuiti. “Ero certa di farcela, ho molta esperienza nel settore e mi sono occupata del tema nella mia tesi di laurea. Tra gli altri profili non ho trovato nessuno con lo stesso curriculum”, racconta Bartolomei a PalermoToday.

Quanto emerso dai vari accessi agli atti, sia nelle strutture dove la vincitrice della selezione aveva lavorato sia a Villa Sofia per l'acquisizione dei verbali e delle schede di valutazione, ha lasciato di stucco la dottoressa Bartolomei: "Valutavano il suo 100 al voto di laurea più del mio 110 e lode. Le attribuivano punteggi superiori rispetto alle sue esperienze. A differenza mia non vantava pubblicazioni scientifiche né attività presso le pubbliche amministrazioni”. Poi la scoperta: il fattore che avrebbe maggiormente condizionato la selezione pubblica - secondo la versione della dottoressa e del suo avvocato Giuseppe Cavallaro - sarebbe "l’evidente conflitto di interessi tra la vincitrice e le professoresse che componevano la commissione giudicatrice".

“La dottoressa Pizzitola - si legge nel ricorso in cui si chiedeva al Tar la sospensiva (poi rigettata) per valutare fra le altre cose la sussistenza di un conflitto d’interessi - aveva avuto modo di incontrare professionalmente, prima del concorso, due docenti durante la partecipazione a convegni e nell’occasione della partecipazione al master di secondo livello in psicologia pediatrica, e di ricevere dalle stesse il massimo del punteggio ottenibile in sede di colloqui orale (posto che le stesse erano due componenti della commissione composta da tre soggetti). In via preliminare occorre osservare che, al fine di garantire la par condicio nelle procedure concorsuali, i commissari devono obbligatoriamente astenersi ogni qual volta sia ipotizzabile anche solo un potenziale conflitto con uno dei candidati”.

Pare infatti che le due professoresse conoscessero la candidata poi risultata vincitrice. Una delle due, si legge ancora nel ricorso, rivestiva il ruolo di coordinatore, mentre l'altra ruolo di coordinatore vicario nel master frequentato dalla dottoressa Pizzitola. “Per due volte - aggiunge la dottoressa Bartolomei - hanno insistito sostenendo che la valutazione fosse corretta. Dopo aver sollevato il caso e intrapreso le azioni legali, due settimane fa sono stata contattata da un dirigente di Villa Sofia ha definito la vicenda un ‘madornale errore’”.

E così, a poche settimane dalla scadenza del progetto, la direzione dell’ospedale ha deciso di annullare la delibera nella parte in cui veniva conferito l’incarico alla Pizzitola. “Per concludere le procedure e darmi l’incarico - conclude la nuova vincitrice della selezione - serviranno 30 giorni, ovvero quando sarà troppo tardi. Non ho fatto quel che ho fatto per i soldi, quanto per l’esperienza professionale che mi è stata negata e per un senso di giustizia”.

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