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Cronaca

Avviso per psicologi, errori in graduatoria: le precisazioni della commissione

Di seguito la nota integrale inviata negli scorsi giorni dalle docenti chiamate in cause nell'articolo pubblicato il 4 giugno dal titolo "Errori in graduatoria, psicologa ricorre al Tar: Villa Sofia ammette l'errore ma è troppo tardi"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Di seguito la nota integrale inviata negli scorsi giorni dalle professoresse Giovanna Perricone e Concetta Polizzi con una ricostruzione fatta dalle docenti in relazione all'articolo pubblicato in data 4 giugno 2019 dal titolo Errori in graduatoria, psicologa ricorre al Tar: Villa Sofia ammette l'errore ma è troppo tardi:

"Relativamente all’articolo pubblicato addì 04/06/2019 ad opera della vostra redazione, si impone da parte delle scriventi professioniste la richiesta di rettifica ai fini di legge, solo oggi inoltrata, sia per smentire le accuse diffamatorie della dottoressa aggiudicataria dell’incarico bandito dall’Azienda ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello, sia per non interferire con l’espletamento dei concorsi in atto per la selezione di psicologi.
Da diversi mesi, le scriventi sono oggetto, da parte della sopra citata psicologa, di diffamazione inevitabilmente orientata ad offuscare l’immagine delle due professioniste citate che hanno sempre operato con trasparenza, come è chiaro alla comunità scientifica di appartenenza, come ben sa la dottoressa che ha rilasciato le dichiarazioni e le accuse riportate nel succitato articolo "Errori in graduatoria, psicologa ricorre al Tar: Villa Sofia ammette l'errore ma è troppo tardi".

Dottoressa alla quale, più volte, sono stati attribuiti incarichi di docenze in specifici progetti e corsi di formazione organizzati dall’Università degli Studi di Palermo, attraverso procedure relative ad avvisi pubblici e gestite da commissioni di cui le scriventi sono state componenti o hanno assunto qualifica di presidente; proprio in seno a tali commissioni, è stato riconosciuto alla dottoressa un profilo di “competenza” per quanto attiene all’area della didattica e della formazione. D’altra parte, proprio questa nota caratterizzante del profilo è probata anche dall’affezione che la dottoressa sembra nutrire verso ogni tipo d’incarico in ambito scolastico-formativo, come attestano i numerosissimi ricorsi dalla stessa presentati in quest’ambito e non solo.

In merito a quanto riportato dall’articolo vanno fatte alcune precisazioni: alla dottoressa che ha lanciato l’accusa, fin dalla prima valutazione, è stato riconosciuto correttamente il punteggio “ponderato” per il voto di laurea, stabilito dall’Azienda; per quanto attiene, poi, alla ulteriore accusa relativa a un ipotetico conflitto di interessi in virtù della richiesta di partecipazione della diversa candidata, nominata nell’articolo, al Master di 2° livello “Psicologo pediatrico: uno psicologo di base nel materno-infantile” anno accademico 2017/18, va precisato che la stessa affermazione, oltre che infondata in diritto (e già confutata in sede giurisdizionale da un’apposita memoria dell’Azienda) appare supportata da presupposti temporali erronei; ed infatti, basta a tal fine sottolineare che la delibera aziendale con cui si conferiva l’incarico alla candidata, risultata inizialmente vincitrice, veniva pubblicata in data 17/06/2018, mentre la valutazione dei titoli e i colloqui motivazionali del Master venivano svolti il successivo 25/06/2018 e la graduatoria veniva, infine, pubblicata il 2/07/2018.

Trattasi, per altro, di un Master universitario che, ogni anno, nelle sue diverse edizioni, viene ampiamente pubblicizzato, attraverso vari canali di conoscenza, a gran parte degli psicologi abilitati e iscritti all’Ordine professionale; a voler tacere l’ulteriore troncante circostanza per la quale alcuni titoli e/o pubblicazioni scientifiche, indicati come valutabili dalla dott.ssa che ci accusa, non risultavano pertinenti con il profilo di competenza richiesto dal bando che ci occupa. Va, inoltre, ricordato che, ai sensi delle vigenti norme in tema di conflitto d’interesse, la conoscenza in nuce, fattuale e non di frequentazione personale, privata e personalizzata non dà vita ad alcun conflitto di interesse; risulta, infatti, a tutta la comunità scientifica che le scriventi conoscono la stragrande maggioranza degli psicologi siciliani e non solo, per i molti ruoli e funzioni che rivestono a livello regionale e nazionale.

Va precisato, ancora, come la diffamazione si evincesse già dai primi atti introduttivi al giudizio amministrativo esperito dall’intervistata, in particolare: di violazione dell’ obbligo di astensione (nota inoltrata dall’avvocato dell’intervistata all’Azienda ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello il 23/08/2018); di nepotismo e assenza di imparzialità (ricorso 21/09/2018); di dolo e frode (nota inoltrata dall’avvocato dell’intervistata all’Azienda ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello il 24/09/2018).

Si ometteva, però, di sottolineare (in quegli stessi atti) che la conoscenza, sempre in nuce, fattuale e non di frequentazione personale, privata e personalizzata, riguardava ancor più la dottoressa che è stata intervistata, la quale, in aggiunta a quanto sopra indicato (selezioni per insegnamenti in corsi organizzati dall’Università), frequentava, non meno di 15 anni fa, i contesti del Dipartimento di area psicologica, lavorando con altri docenti. Alla luce della conclamata diffamazione, che costituisce il vero “errore madornale”, nonché punctum dolens di questa vicenda, ci si riserva di procedere nelle sedi opportune, anche ai fini risarcitori, a salvaguardia dell’immagine, dell’onore e della reputazione delle sottoscrittrici della presente, affinchè si possa tutelare la trasparenza della verità che ha sempre costituito un valore prioritario per le due professoresse all’interno dei ruoli scientifici, accademici e sociali rivestiti".

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