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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Tribunale, Di Vitale dal Csm: magistratura rischia delegittimazione

Il presidente del tribunale palermitano è stato ascoltato a Roma dove ha esposto i suoi timori per il danno all'immagine che sta subendo la sua Procura. E intanto il giudice Silvana Saguto, al centro dell'inchiesta sulla gestione dei beni confiscati, ha chiesto di essere trasferita a Milano

Si alza un grido dall’allarme dal tribunale di Palermo, lanciato direttamente dal suo presidente. Salvatore Di Vitale ha chiesto di essere ascoltato dal Consiglio superiore della magistratura a Roma, pochi giorni dopo la visita dei componenti della prima commissione di Palazzo dei Marescialli. Il suo timore, come si legge su ilFattoQuotidiano.it, è che non si riesca ad arrestare l’ondata di delegittimazione che inizia ad investire la magistratura palermitana. E intanto Silvana Saguto, indagata dalla Procura di Caltanissetta insieme ad altri quattro magistrati per la gestione dei beni confiscati, ha chiesto di essere trasferita a Milano.

Dopo essere finita nell'occhio del ciclone e aver lasciato l’incarico, Silvana Saguto ha fatto domanda per un posto a Milano per entrare in corte d’Appello o per ricoprire la carica di presidente di sezione al tribunale. I consiglieri della prima commissione del Csm stanno inoltre istruendo il fascicolo per disporre l’allontanamento dei magistrati coinvolti in un altro distrutto giudiziario. Un modo per limitare al massimo i danni all’immagine della categoria, spostando le pedine laddove era già intervenuto lo stesso Di Vitale.

D’altro canto il presidente del tribunale, in una lettera inviata allo stesso Csm alla fine di settembre, aveva scritto di ritenere “utile una mia audizione nei tempi più rapidi, al fine di dare una pronta risposta ad una situazione di chiara emergenza che peggiora giorno dopo giorno”. Alla base del grido d’allarme di Di Vitale alcuni episodi che darebbero il senso del “clima rovente” vissuto al Palazzo di Giustizia: consulenti che rinunciano alla disponibilità di assumere incarichi certi che vengano assegnati ai soliti noti, intemperanze verbali di giudici popolari all’indirizzo dei togati. Ma per il presidente del tribunale ci sarebbe il concreto rischio che tutto ciò sia solo la punta dell’iceberg e che di fatto possano accadere fatti anche più gravi.

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