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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Arresti per truffa al Civico, il sindacato Cimo: "Questa è solo la punta dell'iceberg"

Il sindacato dei medici attacca in una nota la governance aziendale per la sua "sordità", definendo scellerata la via del decentramento delle liste d'attesa: "L'operazione conferma le nostre denunce degli ultimi 4 anni"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Gli arresti di oggi relativi a personale sanitario dell’Arnas Civico effettuati dai Nas su mandato della Procura di Palermo sono la conferma alle denunce degli ultimi 4 anni da parte della Cimo sul sistema Arnas che hanno visto ancora una volta la sordità dei soggetti preposti alla governance aziendale ed al suo controllo.

Il sistema dei ricoveri paralleli voluto dall’allora direttore generale Giovanni Migliore e continuato ad oggi con la direzione Colletti, nonostante i richiami sindacali sulle evidenti violazioni delle liste d’attesa, è un regalo fatto a quei primari che effettuando attività privata possono successivamente chiamare i propri pazienti privati scavalcando le liste d’attesa predisposte.

La pervicace ostinazione della direzione aziendale a non centralizzare le liste d’attesa è funzionale proprio a tale sistema. Già nel novembre 2016, nonostante il blitz della guardia di finanza per esaminare i ricoveri dal 2013 al 2016, l’allora direttore Giovanni Migliore proseguì sulla scellerata via del decentramento delle liste d’attesa.

Il caso Francaviglia è solo la punta dell’iceberg di un sistema diffuso e c’è da ritenere che  le indagini della Procura e l’azione dei Nas non si fermeranno al caso Francaviglia. Questa vicenda dà un senso proprio alle recenti denunce della Cimo sulla scelta dell’attuale direzione generale Colletti di mantenere in servizio a titolo gratuito primari già pensionati. (Caputo, Di Miceli) ed altri che sono in prossimità di conferma “gratuita” (lo stesso Francaviglia e Talarico).

La Cimo ha stigmatizzato con forza la scelta dell’attuale direzione generale di mantenere al loro posto vecchi primari garanti di un sistema che vede l’uso della res pubblica a fini privatistici e particolari, impedendo di fatto un reale rinnovamento ma anche permettendo che si calpestassero i diritti di dirigenti medici che a norma di legge e di contratto sarebbero potuti subentrare.

E’ il caso di sottolineare con forza l’ignavia e l’indifferenza della direzione aziendale sulla gestione del Francaviglia che si è contraddistinta  per comportamenti minacciosi, ritorsivi e vessatori nei confronti di quei dirigenti medici che non si mostravano accondiscendenti al suo modus operandi. La Cimo ancora una volta, come nel caso della vicenda che portò all’arresto del primario di Villa Sofia Matteo Tutino, ha difeso e tutelato questi medici.

Ancora una volta siamo di fronte alla triste dimostrazione della mancanza di volontà politica nell’intervenire per correggere dall’interno un sistema malato, che gode di ampia protezione istituzionale, e che pertanto richiede ogni volta interventi correttivi e sanzionatori esterni come quelli della magistratura e delle forze dell’ordine.

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