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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Arrestato 5 volte in sei mesi, ma non finisce mai in carcere

Lonut Laurentiu Stanciu è un "habituè" del Tribunale: sempre condannato, ma sempre rimesso in libertà. L'ultima udienza stamattina, per aver rubato in un edificio. Prima era stato "beccato" per piccoli reati. L'ironia del giudice: "Su, sai come funziona. Ci siamo visti pochi giorni fa"

Chi sbaglia paga, ma non sempre funziona così. E' la storia di un ragazzo romeno di 26 anni, Lonut Laurentiu Stanciu, arrestato lo scorso sabato per aver rubato un forno in un edificio. Il processo si è concluso questa mattina con il rito direttissimo in un'aula della prima sezione penale del tribunale: per lui è stato disposto l'obbligo di firma, ma torna a piede libero. Questo è l'ultimo dei cinque "colpi" messi a segno in meno di sei mesi. Di fatto il ragazzo è stato l'autore di altri piccoli reati, diversi fra loro ma collegati da un unico filo conduttore: l'esito della sentenza.

Stanciu si trova in Italia da diversi anni, ma non ha una dimora fissa. Il domicilio risulta a casa della sorella, residente a Carini. Da quando è giunto a Palermo non lavora e cerca di sopravvivere come può, spesso dedicandosi a piccoli furti per sfamarsi o per comprare qualche dose: è tossicodipendente. Nel giro di pochi mesi il 26enne è stato arrestato per aver rubato del rame, una pompa idraulica (lasciando un intero condominio senza acqua per quasi una settimana) e del materiale edile. Per quest'ultimo reato l'arresto è toccato ad una pattuglia dei carabinieri, mentre per i precedenti era stata la polizia a cogliere l'uomo in flagranza.

In nessuno di questi casi, dopo la convalida dell'arresto, è giunta una sentenza di condanna definitiva. Nei corridoi del palazzo di giustizia c'è chi commenta: "Non c'è spazio nelle carceri, funziona così". Il ragazzo infatti è sempre stato messo in libertà dai magistrati che lo hanno giudicato. L'ultima udienza si è conclusa questa mattina. Accolta la richiesta dell'accusa: obbligo di presentazione presso il domicilio della sorella. "E' stata valorizzata la tesi difensiva - spiega l'avvocato Alessandro Musso - date le condizioni di salute dell'imputato che, tra l'altro, è incensurato". Ma altri saranno gli elementi da analizzare e affrontare durante la prossima udienza, fissata per i primi di ottobre.

Il romeno è dunque recidivo: il penultimo risale a pochi giorni prima rispetto all'ultimo, ossia quello di cui si è celebrata oggi l'udienza. Stanciu si muove disinvolto nell'aula, ma alle richieste del magistrato risponde timidamente. Motivo per il quale il giudice Claudia Rossini, tra una domanda e l'altra lo esorta a rispondere: "Su, sai come funziona. Ci siamo visti pochi giorni fa". Dopo il breve "interrogatorio", l'avvocato fa presente al proprio assistito che "l'obbligo di firma sarebbe un buon risultato, forse l'ultima spiaggia". Fonti della polizia si mostrano sorprese per l'ennesimo esito della sentenza: "Ciò significa che l'uomo sarà ancora a piede libero e di conseguenza potrà infrangere la legge costringendo le forze armate a 'spendere' tempo e risorse. Non saprei come rispondere ad un cittadino che si lamenta per la poca sicurezza in città".

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