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Cronaca

Caso Helg, l'inchiesta si allarga: caso isolato o sistema illegale?

Dopo l'arresto del vice presidente della Gesap gli investigatori danno la caccia a possibili complici. Crocetta: "Verificare la legalità degli appalti all'aeroporto in questi anni". Cusumano: "Che crediti millantava Helg? Visto che non aveva potere di firma"

Episodio isolato o un "sistema"? Cosa si cela dietro l'arresto per estorsione aggravata del presidente della Camera di commercio Roberto Helg? La tangente imposta dal vicepresidente di Gesap al commerciante Santi Palazzolo potrebbe scoperchiare un "vaso di Pandora", portando alla luce un potenziale sistema di controllo parallelo e illegale sull'aeroporto di Palermo. Ieri il procuratore capo Francesco Lo Voi ha spiegato che si tratta di "un caso isolato". Ma all'indomani del "fattaccio" che ha scosso Palermo c'è chi si pone interrogativi. "Bisogna verificare la legalità degli appalti all'aeroporto in questi anni", tuona Crocetta. "Si è trattato di estorsione o corruzione? Quale credito - si domanda il consigliere comunale Giulio Cusumano - millantava Helg visto che non aveva potere di firma per garantire lo spazio d'area per il quale ha chiesto 100 mila euro?". Mentre l'Idv chiede "l'azzeramento del cda di Gesap".

Nelle intercettazioni che lo vedono coinvolto, Helg utilizza più volte il plurale. Lo faceva per dare forza alle proprie proposte indecenti o rappresentava una cricca che aveva studiato un modo per arrotondare lo stipendio? Ai magistrati toccherà indagare. Prima di arrivare all'arresto del presidente dei commercianti, però, bisogna tornare indietro di qualche anno. E' il 2008 e Santi Palazzolo ottiene uno spazio allo scalo Falcone-Borsellino in subconcessione, della durata di sette anni. Lo scorso agosto avanza la richiesta di rinnovo ma per lungo tempo non ottiene risposta. Temendo che ci potesse essere qualche problema, il pasticciere si rivolge a Carmelo Scelta, direttore generale della società che gestisce i servizi aeroportuali.

Il numero uno di Gesap gli fa sapere che sarebbe andato a trovarlo a Cinisi, così da potere discutere il rinnovo del contratto. E' il 19 febbraio. Scelta in quell'occasione fa notare a Palazzolo che lui corrisponde, a titolo di royalty, il 7% sugli incassi. Mentre il gestore unico dell'aeroporto, per i servizi di ristorazione, paga il 18,27%. Un divario che avrebbe creato malumori all'interno del consiglio d'amministrazione. Così il presidente di Gesap taglia corto: "Vai a parlare direttamente con il vicepresidente Helg". A Palazzolo non resta che seguire il consiglio, che di certo non appariva del tutto disinteressato. Non passa molto tempo e il commerciante si reca alla Camera di commercio, laddove ha avuto inizio il suo incubo. "Parliamoci chiaro, c'è una richiesta di 150 mila euro… Il problema - diceva Helg - è che devono essere pagati subito, prima del prossima consiglio d'amministrazione del 25 febbraio". Perché tutta questa fretta? A chi doveva riferire l'esito della trattazione?

Poi, in tono quasi amichevole, aggiungeva: "Anche se non hai 100 mila euro, bastano al momento 35 o 40 mila, giusto per dare a loro la certezza dell'impegno". Certezza per la quale Helg ha comunque chiesto un cospicuo assegno in bianco e senza data, che gli sarebbe stato restituito dopo aver pagato la restante parte in "comode" rate da 10 mila euro al mese. "Loro". Queste parole, che sembrerebbero riferirsi ad una "lobby" capace di controllare gli affari dell'aeroporto, sono rimaste impresse nella memoria digitale del cellulare di Palazzolo, che poi ha raccontato tutto ai carabinieri. "Non si è mai avuta esitazione - ha dichiarato il commerciante - nel denunciare chi, finora, aveva invitato alla denuncia". Il "singolo episodio estorsivo" di cui parla la Procura e che ha determinato l'arresto, adesso, offre una serie di spunti per cercare di capire come siano stati gestiti i business dell'aeroporto.

Dubbi sui quali si è espresso anche il presidente della Regione Rosario Crocetta: "Credo che i partner pubblici che compartecipano alla gestione dell'aeroporto, debbano andare oltre e verificare quanto la legalità sia stata applicata in tutti gli appalti gestiti in questi anni dalla società, controllando se tali bandi siano stati sempre coerenti con l'interesse pubblico e se dentro la gestione di quegli appalti possa essersi insinuato il seme della corruzione e delle tangenti". Appena un anno fa la Procura di Palermo aveva aperto un'inchiesta sull'assegnazione e la gestione degli appalti per lo scalo di Punta Raisi, dove gli agenti della Dia andarono a controllare i cantieri di alcuni lavori appaltati per 15 milioni di euro.

Allora i magistrati inviarono anche la Squadra mobile per acquisire una serie di atti. Poi arrivarono a sorpresa delle notifiche dei provvedimenti di proroga dell'inchiesta, dove le ipotesi di reato erano (e sono) quelli di associazione a delinquere e abuso d'ufficio. Nel registro degli indagati c’è il nome di Carmelo Scelta, il direttore generale che nei giorni scorsi veniva citato da Helg. Con Scelta sono indagati anche Giacomo Terranova, l'ex amministratore delegato della società di gestione aeroportuale, Vincenzo Petrigni, ex responsabile degli Affari generali e legali, e l'ingegnere Giuseppe Liistro, responsabile unico del procedimento per molti appalti dell’aeroporto.

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