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Cronaca

Caso Montante, la Cassazione annulla il reato di associazione a delinquere: chiesta nuova pronuncia

Il tribunale del riesame dovrà esprimersi nuovamente. Nel frattempo l'ex presidente di Confindustria Sicilia resta in carcere. La decisione riguarda anche il colonnello Giuseppe D'Agata e l'ex capo della security di Confindustria Diego De Simone Perricone

L'accusa di associazione a delinquere, finalizzata all'acquisizione di notizie riservate al condizionamento delle indagini, contestata all'ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, è da rivedere. Lo ha deciso la Cassazione. La sesta sezione della Corte ha infatti annullato con rinvio - si chiede una nuova pronuncia del tribunale del riesame - l'ordinanza del tribunale del riesame di Caltanissetta che aveva confermato gli arresti di Montante, il colonnello Giuseppe D'Agata e l'ex capo della security di Confindustria Diego De Simone Perricone. Confermate, invece, le ipotesi di accusa che prevedevano i reati di corruzione, rivelazione di segreto d'ufficio, accesso abusivo ai sistemi informatici e favoreggiamento.

In attesa della nuova decisione, Montante resta in carcere e gli altri due indagati ai domiciliari. L’ex presidente di Sicindustria ha chiesto di essere processato con il rito abbreviato. La decisione della Cassazione non interrompe il procedimento, ma potrebbe avere degli effetti sulla valutazione del giudice chiamato a decidere.

Due gli assi portanti dell'inchiesta: da un lato Montante avrebbe creato una rete di contatti tra politici ed esponenti di forze dell'ordine per avere informazioni sulle indagini a suo carico. Dall'altro, avrebbe elargito favori e denaro per poi chiedere favori in cambio. L'imprenditore avrebbe fatto sistematicamente ricorso alla raccomandazione come sistema per "fidelizzare" i suoi interlocutori e creare una vasta rete di rapporti "improntanti a logiche clientelari". 

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