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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Montepellegrino / Via Brigata Aosta

Spacciavano crack nel "palazzo di ferro" a tutte le ore e davanti ai bambini: 8 arresti

L'operazione, messa a segno in via Brigata Aosta, ha preso il nome "Pellicano". I carabinieri hanno documentato con telecamere nascoste e altre tecniche 694 cessioni di sostanze stupefacenti. Droga nascosta nei contatori dell'Enel

Spacciavano crack dentro il “palazzo di ferro” di via Brigata Aosta, per strada, lanciando le dosi dal balcone. A tutte le ore del giorno e della notte, anche davanti ai bambini e nei pressi di un centro per le tossicodipendenze. I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza del gip presso il tribunale ordinario e dei minorenni nei confronti di cinque uomini e tre ragazzini ritenuti responsabili - a vario di titolo - dei reati di spaccio di sostanze stupefacenti, evasione e violazione degli obblighi della sorveglianza speciale.

Crack in via Brigata Aosta: "Fenomeno devastante" | VIDEO

Tra questi ci sono i fratelli Francesco Paolo e Giulio Avvenimenti (22 anni), i cugini Salvatore e Alessandro Tutone (19 e 34 anni) e Roberto Sammartino (46). Per loro si sono aperte le porte del carcere mentre i ragazzini sono stati portati in comunità.

Spaccio di crack, i volti dei 5 arrestati

Vedette col binocolo e pusher in bici | VIDEO

L'operazione eseguita ha preso il nome "Pellicano". Nel corso delle indagini eseguite dai carabinieri delle compagnia San Lorenzo e della stazione Falde, che hanno documentato con telecamere nascoste e altre tecniche 694 cessioni di sostanze stupefacenti. I clienti si avvicinavano alla centrale dello spaccio, il “palazzo di ferro” di via Brigata Aosta 56, venivano invitati dai pusher ad attendere in maniera tale da verificare l’eventuale arrivo delle forze dell’ordine.

Poi li raggiungevano gli spacciatori, nell’androne o davanti al portone, che gli “sputavano” una pallina di crack avvolta nella carta cellophane, nascosta in bocca per sicurezza. Il tutto sotto l’attento e vigili occhio delle vedette, supportate anche da qualcuno che si affacciava al balcone con un binocolo.

“Per nascondere le sostanze (crack, cocaina e hashish) - spiegano dal Comando provinciale - venivano destinati i vari contatori Enel posti all’interno dell’androne del palazzo di ferro, le tasche esterne della bicicletta utilizzata dai pusher oppure quelle degli indumenti indossati, ed ancora oggetti di vario genere come ad esempio un bicchiere di plastica, nel quale venivano occultate le palline - forma in cui si presenta tipicamente la sostanza del tipo crack, oppure sacchetti plastica. In varie circostanze, è stato documentato il lancio dello stupefacente dal balcone di un’abitazione”. E tutto avveniva davanti agli occhi innocenti di qualche bambino, in una zona vicino a diverse scuole, una chiesa e da un centro per le tossicodipendenze.

“E’ altresì emerso come Alessandro Tutone, nonostante fosse sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, si allontanasse regolarmente dalla propria abitazione, raggiungendo - concludono dal Comando provinciale - quella di Giulio Avvenimenti, anche lui sottoposto alla stessa misura, ed occupandosi insieme ad esso di coadiuvare i pusher in strada, lanciando loro da un balcone del sesto piano involucri contenenti lo stupefacente, già suddiviso in dosi e svolgendo dal medesimo balcone attività di vedetta, attraverso l’utilizzo di binocoli. Sammartino invece, sebbene sottoposto alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, abbia violato in più occasioni le prescrizioni della citata misura, recandosi anche ad acquistare la droga”.

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