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Cronaca Sperone / Via Messina Marine, 449

Rapina al Bingo, arrestati due giovani e il cassiere: "Ha ostacolato le indagini"

Il colpo in via Messina Marine il 29 gennaio scorso. I video hanno incastrato due ragazzi di 21 e 23 anni, mentre il dipendente dell'attività dovrà rispondere del reato di favoreggiamento personale

Arrestati due giovani sospettati di essere gli autori di una delle ultime rapine subita dal Bingo Snai di via Messina Marine, ai domiciliari è finito anche il cassiere con l'accusa di favoreggiamento: secondo gli inquirenti avrebbe ostacolato le indagini. Gli investigatori del commissariato Brancaccio sono riusciti a individuare i presunti autori del colpo messo a segno lo scorso 29 gennaio. In esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare sono finiti in carcere i giovani Vittorio La Barbera (21 anni) e Antonino Leto (23), mentre il dipendente - il 36enne N.M. - in attesa del processo è stato sottoposto ai domiciliari il reato di favoreggiamento personale.

La polizia ha avviato le indagini dopo il colpo che aveva fruttato a una coppia di banditi armata di pistola un bottino da 3 mila euro. Partendo dai pochi elementi a loro disposizione gli agenti sono riusciti a dare un nome e un volto ai due autori dell'assalto ripreso dalle telecamere di videosorveglianza. Nonostante i rapinatori fosseri entrati in azione con il volto coperto da sciarpa e scaldacollo e le scarse informazioni fornite dall'unico testimone oculare di quanto accaduto (il cassiere), gli uomini del commissariato Brancaccio hanno scrutato ogni dettaglio utile riuscendo a identificare i responsabili.

"La profonda conoscenza del territorio da parte degli investigatori - spiegano dalla Questura - ha compensato la povertà del quadro indiziario di partenza: sui profili social dei due palermitani i poliziotti hanno riconosciuto gli abiti usati durante la rapina". Gli stessi indumenti sono stati poi rinvenuti e sequestrati al termine della perquisizione effettuata nelle loro abitazioni. Il prosieguo delle indagini è servito anche a confutare quanto riferito dal cassiere che aveva escluso la possibilità di conoscere i due malviventi, anche di fronte alle loro foto segnaletiche. Secondo la polizia il 36enne avrebbe reso dichiarazioni mendaci "ostacolando seriamente le indagini".

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