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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Tentato omicidio a Roma, giovane nel mirino: fermati 2 palermitani

Tra i protagonisti dell'agguato, che potrebbe essere stato scaturito da un debito non pagato, anche uno zio della vittima. Individuato un Suv utilizzato per il blitz. Le telecamere lo hanno ripreso e inquadrato tre uomini scendere dal mezzo

Tentato omicidio a Roma. E' durata meno di 24 ore la caccia ai responsabili dell'agguato avvenuto in via Domenico Baccarini, nel quartiere della Romanina. Sono stati infatti sottoposti a fermo di indiziato di delitto due palermitani di 41 e 44 anni. Uno di loro è lo zio della vittima, un 25enne siciliano che si trova ricoverato ancora in prognosi riservata al Policlinico Tor Vergata. Qui, già la sera dell'agguato, era stato operato in quanto il proiettile aveva lesionato parzialmente un polmone. 

LE INDAGINI - Indagini lampo quelle portate a termine dagli investigatori della Squadra mobile e del commissariato Romanina, coadiuvati dagli agenti del reparto Volanti. Un giallo che di fatto ha trovato la sua soluzione già nella serata in cui è avvenuto l'episodio. Determinanti le testimonianze che hanno permesso di individuare in un Suv, Fiat Freemont, l'auto dalla quale sono stati esplosi i colpi. Altrettanto importanti i segni di uno speronamento ritrovati sull'auto della vittima, segnale evidente che il mezzo degli aggressori non poteva essere andato lontano. 

IL RITROVAMENTO DELL'AUTO - Così è stato infatti. Il ritrovamento è avvenuto poco dopo in via Di Benedetto nella zona di Capannelle Quarto Miglio. La Fiat Freemont è stata trovata in uno stato di abbandono improvviso, con le portiere aperte e con chiari segni di  speronamento. Un'auto a noleggio, da qui la facilità nel risalire a chi l'aveva in carico. Così, individuata un’abitazione a Riano, gli agenti hanno fatto irruzione sorprendendo all’interno due persone, che sono state accompagnate presso gli uffici del Commissariato Romanina.

TELECAMERE - Nel frattempo sono state individuate alcune telecamere presenti in via Di Benedetto che hanno permesso di vedere chiaramente i due abbandonare l’auto e fuggire. Con loro una terza persona, con evidenti problemi a camminare dovuta probabilmente all’impatto con l’auto della vittima, che cercava anch’egli, seppur con difficoltà, di dileguarsi. Gli investigatori hanno quindi effettuato un controllo presso gli ospedali della zona, venendo a conoscenza che un giovane, subito dopo i fatti, era dovuto ricorrere alle cure mediche per alcune ferite alle gambe.

LA PISTOLA - Il ritrovamento di un revolver 38 special provento di furto, molto probabilmente una delle armi utilizzate nel tentato omicidio, ha permesso di chiudere il cerchio.

IL MOVENTE - Le ulteriori indagini effettuate hanno fatto emergere i contorni della vicenda. Le motivazioni che hanno causato il tentato omicidio sarebbero da ricercare in ambito familiare. I dissidi tra il giovane ferito e uno dei partecipanti all’agguato, suo zio, sarebbero da ricercare in un presunto debito non onorato da parte di quest’ultimo nei confronti del nipote. Da qui le conseguenti richieste di danaro divenute sempre più pressanti e minacciose. Pertanto, una volta chiarita la vicenda, alla luce dei gravi indizi di colpevolezza acquisiti, i due uomini sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto, mentre una terza persona è attivamente ricercata.

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