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Cronaca Carini / Via Elba

Carini, chiedono 100 euro per restituire il cellulare ad un giovane: due arresti

La vittima dell'estorsione aveva dato lo smartphone ad un giovane che poi era fuggito. Dopo alcune telefonate i malviventi avevano fissato il prezzo e l'orario per la riconsegna, ma all'appuntamento si sono presentati anche i carabinieri

Presta lo smartphone ad un giovane che però per restituirlo gli chiede cento euro. I carabinieri di Carini hanno arrestato in flagranza di reato P.R., 38enne di Carini, e M.F., palermitano di 40 anni, e denunciato a piede libero P.R. (19 anni). Ai primi due è stato contesto il reato di estorsione, mentre il terzo è indagato per appropriazione indebita. Dopo aver concordato il prezzo del "cavallo di ritorno", i malviventi si sono presentati all'appuntamento con la vittima dell'estorsione. Ma lo scambio è avvenuto sotto l'occhio dei militari.

I fatti si sono verificati lo scorso lunedì. Un giovane - secondo quanto riferiscono i carabinieri - è stato convinto con l'inganno a prestare uno smartphone Samsung Galaxy al diciannovenne. Quest'ultimo, però, una volta afferrato il cellulare è scappato a bordo di uno scooter guidato da uno dei complici. Dopo una telefonata nel tentativo risolvere la questione, il giovane poi denunciato aveva concordato la restituzione del cellulare dietro il pagamento di 60 euro, divenuti 100 nel giro di poche ore. Ma il giovane estorsore non era alla prima esperienza tanto che i carabinieri, raccolta la descrizione del malvivente, hanno impiegato poco tempo a capire di chi si trattasse.

Lo scambio è avvenuto intorno alle ore 22, nel pressi del Banco Popolare di Carini di via Elba. Ma "dopo una breve contrattazione - spiegano dal comando - i due arrestati sono poi scappati con il denaro senza neanche restituire il cellulare". Poco dopo, però, sono intervenuti i militari che hanno bloccato i malviventi. Una volta condotti in caserma per le formalità di rito, i due sono stati condotti al carcere Ucciardone, mentre il giovane 19enne è stato denunciato per appropriazione indebita (è il terzo caso in poco più di un mese). Il giudice ha convalidato l'arresto e disposto per i due gli arresti domiciliari, mentre la refurtiva è stata recuperata e restituita.

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