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Cronaca

Gesap, appalti truccati per evitare le gare pubbliche: "Truffa da 11 milioni"

Questo il sistema che avrebbe ideato l'ex direttore generale Carmelo Scelta, arrestato insieme ad altre tre persone. Dei 118 progetti in questione, meno del 10% si sono concretizzati. Per gli stessi lavori, nel 2015, Gesap ha speso 188 mila euro

Avrebbero "spacchettato" i lavori di progettazione all’aeroporto "Falcone-Borsellino" e le consulenze per non superare i limiti imposti dalla legge e affidare i lavori a "imprese amiche". "Un vero e proprio sistema", come lo ha definito il capo della squadra Rodolfo Ruperti, a causa del quale sarebbe stato creato un danno alle casse della società che gestisce lo scalo aereo quantificato in 11 milioni di euro. Questo il meccanismo contestato ai quattro arrestati dell’operazione "The Terminal" fra i quali c’è Carmelo Scelta, l’ex direttore generale della Gesap - considerato il "dominus" della cricca - in carica dal 2003 e fino al licenziamento del marzo 2015 dopo lo scandalo Helg.

Le indagini sono state avviate nel 2012, quando un dipendente della società è andato a denunciare qualche anomalia alla polizia di frontiera aerea. L’ingegnere, come altri, aveva provato a ribellarsi al sistema corruttivo e per questo era stato licenziato (e successivamente riassunto). "L’escamotage adottato - spiega Ruperti - era quello di parcellizzare gli importi e abbassare i valori dei progetti, così da potere affidare direttamente i lavori e favorire alcuni contraenti". Così facendo toglievano lavoro agli ingegneri interni della Gesap, costringendoli però a mettere la firma sulle cosiddette "consulenze in ausilio alla progettazione".

"La maggior parte dei soldi spesi - spiega Silvia Como, dirigente della sezione Anticorruzione Squadra Mobile - sono serviti per il progetto della nuova hall arrivi, utilizzando più risorse di quelle che sarebbero servite per la sua realizzazione". Così hanno "splittato" (utilizzando un termine registrato dagli arrestati durante le intercettazioni) il tutto in tre parti: progettazione strutturale, impiantistica e architettonica, realizzando 118 progetti e lasciando che più del 90% di questi si trasformasse in carta straccia. Un sistema che avrebbe permesso di sperperare grosse quantità di soldi pubblici da liquidare a Flammini, amministratore unico dell’azienda con sede a Roma F.G. Tecnopolo: 700 mila euro per una consulenza per i processi di stampa, 15 mila euro per effettuare 6 copie di un progetto e altri 1.000 per le tavole.

VIDEO: L'ARRIVO DI SCELTA IN QUESTURA

L’inchiesta ha scoperchiato un’associazione a delinquere ritenuta responsabile di un’emorragia da 11 milioni di euro destinati a lavori, relativi a tutto il terminal dell’aeroporto, per i quali la Gesap (con una gara a evidenza pubblica aggiudicata a settembre 2015 alla Tecnoengineering 2C srl) ha stanziato e utilizzato soli 188.938 euro. Alle indagini che hanno portato all’ordinanza di misura cautelare firmata dal gip del tribunale di Palermo Walter Turturici hanno lavorato gli uomini della Squadra Mobile e quelli della polizia di frontiera aerea sotto il coordinamento del procuratore capo Francesco Lo voi, dei procuratori aggiunti Leonardo Agueci e Dino Petralia e del sostituto Luca Battinieri.

E intanto, la Gesap, in una nota in cui sottolinea di avere dato "la massima collaborazione agli investigatori sull'inchiesta in corso", comunica che si costituirà parte civile nel processo "in quanto parte lesa" e chiederà il risarcimento dei danni subiti.

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