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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Mafia, arrestato in Thailandia il boss Vito Roberto Palazzolo

Il "tesoriere dei padrini" bloccato all'aeroporto di Bangkok. Coinvolto nella storica indagine "Pizza Connection", è considerato uno dei capi di Cosa nostra e cassiere di Riina e Provenzano. L'avvocato: "E' in stato di fermo"

Vito Roberto Palazzolo, ritenuto il tesoriere di Totò Riina e Bernardo Provenzano, è stato bloccato ieri sera in Thailandia. Sulle sue tracce erano l'Interpol e la procura di Palermo. Il boss condannato a nove anni per associazione mafiosa, dal Sudafrica - paese che ha sempre detto no all'estradizione - si era spostato a Hong Kong, poi in Tahilandia per sfuggire a una richiesta d'arresto temporaneo che inseguiva il manager di Cosa nostra che - secondo gli investigatori - riciclava grandi somme della mafia. Palazzolo è stato coinvolto nella storica indagine "Pizza Connection" che accertò il ruolo centrale della mafia siciliana nella raffinazione e nel traffico di eroina, i cui proventi vennero in larga parte riciclati dallo stesso manager di Cosa nostra.

Ieri sera l'uomo, che adesso risulta in stato di trattenimento temporaneo, è stato fermato dalla polizia all'aeroporto di Bangkok. Palazzolo, 64 anni nato a Terrasini, risulta in questo momento detenuto in una cella dell'ufficio immigrazione dello scalo di Bangkok, al centro di una serrata trattativa nella quale le autorità italiane tentano di ottenere l'espulsione dell'ex superlatitante verso l'Italia. Palazzolo, che ha assunto lo pseudonimo di Robert von Palace Kolbatschenko, rimasto lontanissimo dalla Sicilia, nella sua dimora dorata di Franschhoek, a Città del Capo, che già trent'anni fa Giovanni Falcone cercava, è considerato un cittadino sudafricano e sul suo caso dovrebbe pronunciarsi un giudice thailandese. Dalla sua parte il boss-manager ha il pronunciamento del 2010 dell'Alta corte del Sudafrica che aveva negato l'estradizione chiesta dall'Italia, nonostante pesasse su di lui una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa del 2006, divenuta definitiva in Cassazione nel 2009.

La localizzazione e la di Palazzolo, secondo quanto riferisce il Comando provinciale dei carabinieri di Palermo, è stata possibile grazie alle attività info-investigative del Reparto Operativo di Palermo, del Raggruppamento Operativo Speciale di Roma e dalla Squadra mobile di Palermo, che hanno operato in sinergia con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia di Roma. In particolare il Nucleo Investigativo, a partire dal mese di gennaio 2012 e in collaborazione con il Ros, ha avviato una serie di attività, coordinate dalla Dda, anche attraverso intercettazioni telematiche (profili Facebook e di altri social network riferibili al latitante e al nucleo familiare), nonchè tramite l'acquisizione di notizie da fonti confidenziali, che hanno consentito di documentare il viaggio di Palazzolo in Thailandia e a Bangkok.

L'AVVOCATO. "Il mio assistito è stato fermato ieri alle 17,30 al controllo di polizia aeroportuale. Non e' arrestato ma si trova in stato di 'fermo amministrativo' per controlli''. Lo dice l'avvocato Baldassare Lauria, difensore di Vito Roberto Palazzolo. "E' cittadino sudafricano e ci opponiamo all'espulsione e all' arresto da parte dell'Interpol. L'ambasciatore sudafricano ha consegnato alle autorità thailandesi - aggiunge - la pronuncia della corte sudafricana che dice che la sentenza di condanna non e' eseguibile".

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