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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Ventiquattro anni senza Pino Puglisi, Grasso: "Spina nel fianco per Cosa nostra"

ll 15 settembre del 1993 la mafia uccideva il parroco di Brancaccio come "punizione" per il suo impegno in favore della legalità. I sicari lo hanno aspettato sotto casa e lo hanno freddato con un colpo di pistola alla tempia

Il suo sorriso gentile, l'impegno pacato ma fermo per rendere Palermo, Brancaccio in particolare, un posto migliore. Palermo ricorda oggi padre Pino Piglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993. I sicari di cosa nostra lo hanno aspettato sotto casa e lo hanno freddato con un colpo di pistola alla tempia. Una "punizione" per il suo impegno antimafia, per avere fatto della legalità tanti gesti concreti che stavano cambiando il volto di uno dei quartieri più difficili della città.

A 24 anni di distanza tante le iniziative in memoria del sacerdote, tra incontri, manifestazioni sportive, momenti di preghiera e dibattiti. Tra queste la mostra itinerante “Artisti per Padre Pino Puglisi” presso il salone padre Angelo Cantons della Chiesa Santa Maria Regina Pacis e la realizzazione del docu-film "Padre Pino Puglisi. Fiat Voluntas Dei. Il Sacrificio di un Beato" del regista Francesco Millonzi. In Cattedrale una commosa cerimonia, alla presenza di istituzioni e semplici cittadini 

Un fiore in Cattedrale per Pino Puglisi | Video

Nella parrocchia di San Gaetano, don Puglisi, figlio di un calzolaio e di una sarta, era arrivato il 29 settembre 1990, dopo essere stato per dieci anni parroco a Godrano. Il 29 gennaio 1993 aveva inaugurato il centro "Padre Nostro", da subito punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere e insieme ai laici dell'associazione Intercondominiale aveva lottato per i diritti della borgata, denunciando collusioni e malaffare. Il 'prete buono' – così era chiamato - era una minaccia per il potere di cosa nostra, da qui l'omicidio.

Il suo assassino, Salvatore Grigoli, (oggi collaboratore di giustizia ndr.) lo ha atteso sotto casa, in piazzale Anita Garibaldi 5. Lo ha avvicinato e ha fatto fuoco. Lui, il prete buono, ha avuto il tempo di sorridere e pronunciare un'ultima frase: "Me lo aspettavo".

"Di cose importanti, nella sua vita, Don Pino Puglisi ne aveva fatte moltissime: lui però, si sentiva solo un prete, impegnato a testimoniare la parola di Cristo in ogni sua azione - scrive su Facebook il presidente del Senato Pietro Grasso - Nel quartiere Brancaccio lottava quotidianamente per avvicinare i giovani alla legalità e aveva portato speranza e orgoglio in una realtà difficile. Con parole semplici e inequivocabili era diventato un simbolo e, per questo, una spina nel fianco di ‘cosa nostra’. Fu ucciso da due killer che lo attesero sotto casa nel giorno del suo compleanno, il 15 settembre 1993. Quando li vide, Don Pino sorrise e disse 'me lo aspettavo'. Quel sorriso, dolce e forte allo stesso momento, si impresse nell’animo dei due uomini che lo ammazzarono. Fu così che, dopo il loro arresto, decisero di convertirsi e collaborare con la giustizia, rivelando importantissimi dettagli che riaprirono anche le indagini sulla strage di Via D’Amelio: un altro miracolo di quell’uomo di cui non abbiamo dimenticato l’impegno, il lascito e l’esempio".

"La sua - ricorda il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella - è stata una vita di coerenza a servizio dei più deboli e svantaggiati, per aiutarli nel bisogno, ma anche per liberarli dalla spirale di emarginazione e illegalità, e aprire così la strada verso una piena cittadinanza. La forte vocazione pastorale di don Pino Puglisi e la sua spiritualità si sono radicate sempre più in una condivisione con la gente, fatto che tanto ha spaventato l'organizzazione mafiosa. Don Pino aveva un dialogo proficuo con i giovani, e grazie alle sue doti di educatore ha gettato numerosi semi, poi germogliati, i quali hanno dato buoni frutti. Per questo suo impegno è stato assassinato. L'esempio e l'insegnamento di don Pino Puglisi sono più che mai vitali: sconfiggere la mafia è compito primario delle istituzioni, ma ad esso partecipa ogni cittadino con l'esercizio dei diritti e dei doveri civici, con il rispetto della persona, con il contrasto al malaffare, contribuendo alla crescita e allo sviluppo".

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