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Cronaca

"Hanno fatto saltare in aria Falcone": l'Alba dopo il tramonto, parla la fidanzata di Rocco Dicillo

Alba Terrasi avrebbe dovuto sposare uno degli agenti della scorta di Giovanni Falcone nel luglio del 1992. In occasione dell'anniversario della strage di Capaci ha concesso a "Famiglia Cristiana" la sua prima intervista

In occasione dell'anniversario della strage di Capaci, Alba Terrasi, che doveva sposare Rocco Dicillo, uno degli agenti della scorta di Giovanni Falcone, ha concesso a "Famiglia Cristiana" la sua prima intervista: "Mi arrabbio", ha raccontato nella sua casa di Palermo, "quando leggo il suo cognome ancora scritto staccato". Spiega di aver scelto di parlare e di aver partecipato con una testimonianza al libro Oltre Capaci, dedicato a Rocco Dicillo da Francesco Minervini,  che si presenta il 23 maggio a Triggiano (Bari), città d'origine dell'agente: "Per restituire a Rocco la sua umanità, la sua quotidianità sempre liquidata nell'anonimato, come se gli uomini della scorta non avessero avuto una vita né lasciato mamme, mogli, figli dietro di sé".

Ricostruisce i ricordi personali e terribili del giorno che ha mandato all'aria anche il suo progetto di vita, il matrimonio che Padre Ennio Pintacuda avrebbe celebrato il 20 luglio 1992: "Lavoravo in un negozio vicino al ponte di via Belgio, a Palermo, poco oltre inizia l'autostrada. Abbiamo sentito il botto, un cliente ha pensato all'esplosione di una cisterna per il trasporto dei combustibili. Il secondo signore entrato ha detto: 'Hanno fatto saltare in aria Falcone'". Ma le parole che le dicevano che Rocco non c'era più, Alba Terrasi le ha sentite: "Soltanto alle quattro di notte". 

In mezzo c'è il racconto dettagliato e terribile dell'ansia e della consapevolezza che si è fatta strada man mano che passavano le ore, del corpo alla fine riconosciuto solo dalle mani: "Ce lo siamo chieste spesso, dopo, la mamma di Rocco, Luisa, e io: 'Come abbiamo fatto ad andare avanti?', Per una madre è ancora più difficile". Mentre prova a ricostruire il complicato percorso di una vita rimessa in piedi, anche grazie all'eredità morale lasciata dal ragazzo con gli occhi azzurri, e andata avanti spiega: "All'inizio ho chiesto a Dio conto e ragione: 'Perché a noi? Perché a loro che stavano dalla parte del bene?'" Ma non ho mai perso la fede".

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