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Cronaca Caltavuturo

Dubbi sulla trazzera, rabbia 5 Stelle: "Basta con le leggende metropolitane"

Pagamenti e sicurezza: affiorano incertezze sulla scorciatoia del M5S. I deputati però puntualizzano: "La strada è, e resta, totalmente finanziata. La richiesta dell'offerta agli automobilisti nasce da una variante al progetto originario che ha comportato una spesa aggiuntiva"

 “Comunque vada a finire, la trazzera è, e resta, totalmente finanziata”. Il M5S all'Ars sgombera il campo da possibili equivoci, nati dalla raccolta organizzata da comitato cittadino di Caltavuturo per contribuire alla realizzazione di via dell'Onestà, la nota trazzera di Caltavuturo, percorsa quotidianamente da migliaia di automobilisti.

“Stanno nascendo – dicono i deputati 5stelle - legende metropolitane, alimentate da informazioni parziali e spesso inesatte. E' bene fare chiarezza una volta per tutte. Si mettano il cuore in pace i malpensanti professionisti e i detrattori h24 del Movimento, la strada è, e resta, totalmente finanziata, come abbiamo sempre annunciato, a prescindere dall'esito della raccolta promossa dal comitato. La richiesta dell'offerta agli automobilisti nasce da una variante al progetto originario che ha comportato una spesa aggiuntiva di 60 mila euro rispetto ai 300 mila euro pattuiti. Ci siamo impegnati a finanziare anche quelli, senonché il comitato cittadino ha insistito per contribuire e raccogliere il più possibile per coprire parte della somma mancante. Tutto quello che non arriverà dalla raccolta, comunque, lo metteremo noi”. 

I 5 Stelle si dicono contenti della grandissima  attenzione che ha suscitato la strada nelle istituzioni, forze dell'ordine e nella stampa, auspicando che la stessa cura venga riservata alle migliaia di opere pubbliche finanziate e spesso abortite nel totale silenzio.

Hanno avuto forse più controlli questi mille metri di strada – dicono i deputati – che le decine di migliaia di chilometri di strade e autostrade italiane. Se la stessa attenzione fosse stata dedicata a tutta la viabilità di casa nostra forse non avremmo le strade da terzo mondo che ci ritroviamo e, probabilmente, potremmo contare anche su strutture realizzate a regola d'arte e, perché no?, magari a prova di crolli”.

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