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Cognomen omen

Cognomen omen

A cura di Francesco Miranda

L'origine dei cognomi: Montalbano, Anzalone, Grisafi e D’Alia

L'origine dei cognomi Montalbano, Anzalone, Grisafi, D’Alia

Montalbano

(come Salvo Montalbano, commissario, personaggio immaginario, letterario e televisivo)
Montalbano deriva dai tanti toponimi “Montalbano” presenti in molte zone italiane, in Sicilia Montalbano Elicona, sede di un antico castello, residenza estiva di Federico II d’Aragona. Deriva da “mons albani” = il monte di Albano, dove per Albano si intende forse il nome di un santo o l’etnico della città di Alba. 
Il cognome è diffuso in tutta la Sicilia soprattutto in quella  occidentale, nell’agrigentino (Sciacca, Agrigento, Cianciana, Sambuca di Sicilia, Ribera, Favara, Santa Margherita Belice, Menfi, Calamonaci, Caltabellotta, Montevago, Palma di Montechiaro, San Biagio Platani, ecc.),  nel trapanese (Mazara del Vallo, Trapani, Erice, Castelvetrano,  Marsala, Partanna, Campobello di Mazara, Poggioreale, Salemi, ecc.), nel palermitano (Palermo, Marineo, Bisacquino, Sciara, Monreale, Chiusa Sclafani, Camporeale, Villabate, Roccamena, Contessa Entellina, Partinico, Carini, Misilmeri, Capaci,   ecc.), ma anche nel catanese (Catania, Caltagirone, Ramacca, ecc.), nell’ennese (Piazza Armerina, Enna, Villarosa, ecc.), nel nisseno (Caltanissetta, Sommatino, ecc.); è  presente anche  in molte  regioni italiane, fra cui Lombardia, Piemonte, Lazio, Toscana, Campania.

Riferimenti storici e personaggi. Una famiglia Montalbano ebbe sede a Palermo e a Caltabellotta; un Bartolomeo nel 1282 venne nominato da re Pietro d’Aragona “credenziere” del porto di Messina. Fra i suoi esponenti si ricordano un Giovanni Tommaso che, nel 1763, venne investito del titolo di barone dell’ufficio di Portulanotto (sovrintendente al porto) di Licata; Pellegrino che fu pro-conservatore di Caltabellotta dal 1800 al 1806; Francesco Maria che acquistò il titolo di barone di Maurogiovanni o Mauroianni; Antonio che ricevette attestato di nobiltà nel 1892 dal senato di Palermo. (Il Portale del Sud). SALVO MONTALBANO, personaggio immaginario, letterario e televisivo, creato dai romanzi di Andrea Camilleri e dalle varie riduzioni televisive e impersonato da Luca Zingaretti; è un commissario di polizia che opera nell’immaginaria cittadina di Vigàta, sulla costa siciliana. GIUSEPPE MONTALBANO (Sciacca 7/6/1925), politico, è stato senatore della Repubblica per due legislature (VIII e IX), eletto nella lista del PCI. Si iscrisse a questo partito nel 1937 e fu membro del comitato direttivo della Federazione giovanile comunista provinciale e del comitato federale. Poi fu membro del comitato federale di Agrigento e del comitato regionale del partito. Nel 1947 venne eletto deputato all’ARS, carica che venne confermata nelle due successive legislature. Fu sindaco di Sambuca di Sicilia dal 1964 al 1980. Nel 2003 ha pubblicato con successo il testo “Ricordi di un comunista” che contiene testimonianze ed episodi degli ultimi 70 anni della storia politica di Sambuca di Sicilia. GIUSEPPE MONTALBANO (Santa Margherita Belice 10/6/1895 – 29/10/1989), politico, chiamato alla Consulta Nazionale, organo legislativo italiano provvisorio, fu poi eletto all’Assemblea Costituente nelle liste del PCI; fu sottosegretario di Stato alla Marina mercantile sotto il governo De Gasperi (1946/47). Nel 1947 eletto deputato all’Assemblea Regionale Siciliana per il Blocco del Popolo, venne confermato per altre due legislature: fu vicepresidente dell’ARS dal 1955 al 1959 e sindaco del Comune di Santa Margherita Belice. Autore di una denuncia verso i mandanti della strage di Portella della Ginestra, scrisse il volume “Mafia, Politica e Storia”. Il figlio Giuseppe Junior, ingegnere, fu arrestato nel 2001 e condannato a sette anni, per concorso esterno in associazione mafiosa (cfr. Wikipedia). ACCURSIO MONTALBANO (Sciacca 7/2/1955), politico, senatore della Repubblica Italiana per due legislature (XIV e XV), gruppo Democratici di Sinistra; è stato deputato dell’XI legislatura dell’Ars, nella lista del Partito Democratici di Sinistra.

Anzalone

(come Rosario Maria Anzalone, archeologo del Polo museale dell’Emilia-Romagna)
Anzalone e le sue varianti Ansalone, Ansaloni, Anzaloni, dovrebbero derivare dal nome Italo-Germanico “Ansaldonus”, latinizzazione del nome ebraico Assalonne (terzo figlio di re Davide), presente nelle carte medioevali modenesi nelle forme Ansalon, Absalon. È cognome molto diffuso in Sicilia con un ceppo considerevole anche in Campania. E' inoltre presente nelle regioni Lombardia, Piemonte, Lazio, Liguria, Toscana, Emilia Romagna e, con piccoli nuclei, anche nelle altre regioni italiane: in tutto circa 350 comuni. In Sicilia è diffuso soprattutto nel catanese (Adrano, Randazzo, Catania, Palagonia, S. Cono, San Michele di Ganzaria, Militello V.C., Bronte, Paternò, Belpasso, ecc.), nel palermitano (Palermo, Ventimiglia di Sicilia, Vicari, Roccapalumba, Lercara Friddi, Ciminna, Carini, Caccamo, Cefalà Diana, Villafrati, Ficarazzi, ecc., nel messinese (Francavilla di Sicilia, Galati Mamertino, Tortorici, San Teodoro, Mojo Alcantara, Cesarò, ecc.), nel nisseno (San Cataldo, Caltanissetta, Marianopoli, Serradifalco, Montedoro, Vallelunga Pratameno, ecc.), nell’ennese (Enna, Piazza Armerina, Aidone, Regalbuto, ecc.). 

Riferimenti storici e personaggi.  Tracce di questa cognominizzazione si trovano in Sicilia con Giacomo Ansalone il 15/11/1598 a Santo Stefano Quisquina (AG), santificato con il nome di San Giovanni Ansalone, missionario domenicano martirizzato a Nagasaki nel secolo XVII. Un monaco Ansalonus è ricordato in una carta nonantolana del 1187 (Nonantola è un comune in provincia di Modena). ROSARIO MARIA ANZALONE (Messina), archeologo del Polo museale dell’Emilia-Romagna e direttore del Museo nazionale etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto. Conduce la sua attività di ricerca tra Italia e Grecia e si occupa dell’ascesa della polis greca nella prima età del ferro, nonché dell’archeologia delle città della Sicilia occidentale e della Magna Grecia. Come membro del Badisches Landesmuseum di Karlsrhuhe, in Germania, ha collaborato, nel 2018 alla mostra “Gli Etruschi”. E’ autore di numerosi testi di archeologia e di articoli vari pubblicati in riviste specializzate. MICHELE ANZALONE (Castrogiovanni 1/11/1912 – Bologna 1984), medico, docente, scrittore. Ha pubblicato diversi libri di narrativa, fra cui “Favole a Castroforte” in cui, fra storia e favole, narra episodi pubblici e familiari della città di Enna, luogo in cui trascorse gran parte della sua giovinezza. Nel 1985 ha ricevuto il Premio “Euno” dal Kiwanis Club di Enna. DAVID ANZALONE (Senigallia 1976), in arte Zanza; attore comico che nei suoi spettacoli mette in scena la sua vita di tutti i giorni, la vita di un ragazzo con un handicap fisico e una mente lucida e brillante. La sua arte fa da tramite per parlare delle ipocrisie, stereotipi e luoghi comuni che ruotano attorno alla disabilità. Fra i suoi spettacoli “Targato H”, che ha conquistato pubblico e critica; ha partecipato a numerosi programmi televisivi, Glob, Lilit, Cominciamo bene, Andata e ritorno, Vieni via con me.

Grisafi

(come Luigi Grisafi, dotto religioso del XVIII secolo)
Grisafi dovrebbe derivare da modificazioni dell’apocope del nome greco Chrysophalos, medioevale  Χρυσαφηζ, con il significato di “orafo”. È cognome specifico della Sicilia occidentale, dell’agrigentino in particolare (Sciacca, Agrigento, Sambuca di Sicilia, Racalmuto, Menfi, Siculiana, Ravanusa, Santa Margherita Belice, Favara, Porto Empedocle, Realmonte); è diffuso inoltre nel palermitano (Palermo, Palazzo Adriano, Balestrate, Misilmeri, Gangi, Partinico, ecc.), nel nisseno (Santa Caterina Villarmosa, Caltanissetta, Mazzarino, ecc.), nel. Catanese (Biancavilla, Zafferana Etnea, Catania, ecc.), nell’ennese (Pietraperzia, Barrafranca, ecc.), nel trapanese (Marsala, Partanna). Famiglie Grisafi sono censite anche in Lombardia, Lazio, Toscana, Veneto, Piemonte, ecc.

Riferimenti storici e personaggi. Crisafo fu il figlio di Giorgio Maniace, generale bizantino che fra il 1030 e il 1040 condusse un esercito per riconquistare la Sicilia e cacciare via gli arabi; era accompagnato da molti mercenari normanni messi a disposizione da Guglielmo d’Altavilla. Crisafo fu il primo da cui discendono le famiglie Crisafi, Grisafi, Crifasi, Grifasi. La famiglia Grisafi rimase concentrata in varie zone della Val Demone e nella città di Messina per molti secoli, svolgendo un ruolo molto importante nella storia dell’isola distinguendosi per fedeltà alla corte regia. Fra i personaggi appartenenti alla famiglia ricordiamo Giovanni Grisafi che nel 1241 fu nominato Vicario Generale in Sicilia per la numerazione (censimento); Leonzio Grisafi che nel 1473 divenne arcivescovo di Messina, e tanti altri. La famiglia, nel corso dei secoli si diresse verso la Val di Noto e la Val di Mazara (oggi provincia di Agrigento).  LUIGI GRISAFI (1717/1763), gloria e lustro del casato dei Grisafi. Fu lettore emerito, consultore, oratore celebre e di profondo sapere, in materia filosofica, scolastica, dogmatica, canonica e morale; fu autore di molti componimenti poetici; fu religioso povero, zelante, caritativo. Quanto dotto egli era, tanto umile visse, per cui più volte rifiutò cariche e gradi nella religione. Scrisse varie opere di filosofia, teologia, orazioni, panegiriche, prediche di sacramento, ecc. Tutte le sue opere sono conservate presso la Tesoreria del Convento si Santa Maria di Gesù di Pietraperzia (EN). Scrisse anche un Panegirico di San Giuseppe che venne orato nella Regal Matrice di Modica nel corso quaresimale del 1756. Morì adorno di sante virtù nel fiore della sua vita a 46 anni, con pubblica fama di ottimo religioso e in odore di santità. FEDERICA GRISAFI (Sciacca 17/1/1997), pittrice contemporanea. Spiccata vena artistica nono solo in pittura ma anche con materiali riciclabili. Il suo stile è vicino a quello surrealista, i suoi quadri prediligono il cielo e le nuvole ma anche l’universo. Nei suoi quadri vuole comunicare le diversità che ogni singolo individuo presenta e come essa è fondamentale per essere se stessi. MARCO GRISAFI (Palermo), cantante emergente; ha debuttato nel 2013 al Big Mama di Trastevere a Roma. Nel 2014 ha portato a Sanremo un inedito scritto da Emiliano Begni “Mare mare”; nel 2016 entra nella classifica inglese ufficiale del Magazine ReverbNation alla posizione 11 e vi resta per otto settimane ottenendo ottime recensioni e giudizi da critica e pubblico. Vive a Londra ma collabora con realtà palermitane tra cui la Shakespeare Academy.

D'Alia

(come Salvatore D’Alia, politico di lungo corso, parlamentare dal 1963 al 2001)
Alia è il nome di un comune in provincia di Palermo, il cui primo insediamento risale alla dominazione araba, ma anche il nome di un comune spagnolo dell’Estremadura. D’Alia sarebbe quindi un cognome etnico riferito a un capostipite proveniente da Alia. Alia è anche nome femminile che ha due diverse etimologie: nel primo caso si tratta di una variante del nome arabo Alya, che significa “cielo”, “paradiso”, “elevatezza”; nel secondo caso risulta una variante di Aliah, versione anglicizzata di Aliya, che a sua volta, ha due etimologie: può essere un nome ebraico  scritto sia Aliya che Aliyah  che significa "ascendere", "salire”, oppure una variante dell'arabo Aliyah, femminile di Ali. D’Alia è diffuso soprattutto in Sicilia, nel palermitano (Palermo, Villabate, Palazzo Adriano), nel messinese (Barcellona Pozzo di Gotto, Messina, Milazzo), nell’agrigentino (Agrigento, Porto Empedocle), nel nisseno (Gela), nell’ennese (Valguarnera Caropepe), nel siracusano (Francofonte); è diffuso anche in Campania (napoletano, casertano) e in altre regioni italiane, Lazio, Calabria, Lombardia, ecc.

Riferimenti storici e personaggi. GIANPIERO D’ALIA (Messina 22/9/1966), politico, avvocato cassazionista, ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione nel governo Letta. Deputato al parlamento nazionale nelle XIV e XV legislature per l’U.D.C.; sottosegretario di Stato del Ministero degli Interni nel governo Berlusconi anni 2005/2006. Viene ricordato per la sua proposta di legge contro l’apologia di reato a mezzo internet che tante critiche suscitò nel mondo dei blogger secondo i quali avrebbe messo a rischio la libertà della rete.  SALVATORE D’ALIA (Lipari 19/6/1930 – Messina 30/3/2013), politico di lungo corso; è stato deputato della Repubblica Italiana per quattro legislature, dalla X alla XIII. Parlamentare di spicco della Democrazia Cristiana, era stato deputato all’Assemblea Regionale Siciliana per cinque legislature, dal 1963 al 1985, e vicepresidente dell’Assemblea dal 1976 al 1980, assessore regionale al Bilancio e Finanze e all’Agricoltura e Foreste. Nel 1987 fu eletto deputato nazionale e fu sottosegretario alla Difesa nel Governo Amato. Nel 2001 preferì non ricandidarsi lasciando spazio al figlio Gianpiero.


 

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