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Cognomen omen

Cognomen omen

A cura di Francesco Miranda

Etimologia, origine, significato, diffusione dei cognomi a livello provinciale e regionale: fenomeni migratori. Collegamenti e riferimenti storici sulle famiglie nobili siciliane, tradizioni popolari, personaggi del mondo della cultura, della politica, dell’arte, della cronaca. “Nomen omen”, locuzione latina che significa “un nome, un destino” o “il destino nel nome”: per i Romani nel nome della persona era indicato il suo destino, appunto “I cognomi come brand”, “marchio” che ti accompagna per tutta la vita, insieme dei valori che nel tempo le generazioni hanno costruito.

Cognomen omen

L'origine dei cognomi Crimi, Scalici, Raccuglia e Coglitore

L'origine dei cognomi Crimi, Scalici, Raccuglia, Coglitore  

Crimi

(come Vito Crimi, senatore della Repubblica, sottosegretario agli Interni)

Il cognome dovrebbe derivare dal nome greco Klimis (Clemente) nel quale, per un fenomeno di rotacismo, la elle si è modificata in erre. Potrebbe, inoltre derivare dal nome arabo Krim o Karim. Per alcuni questo cognome, sarebbe collegato al luogo d'origine, la Crimea; esso verrebbe riportato ad un gruppo di Tatari provenienti dalla Crimea, seguaci di una particolare setta ebraica, poi spostatisi in Sicilia al seguito di Giorgio Maniace. Alcune varianti Krimi, Krym, Karaimi, sarebbero tutte da riportare ad un unico significato di “persona che proviene dalla Crimea”. Crimi è un cognome decisamente siciliano, molto diffuso in particolare nel catanese (33 comuni: Catania, Adrano, Randazzo, Fiumefreddo di Sicilia, Piedimonte Etneo, Misterbianco, Giarre, Grammichele, Sant’Agata Li Battiati, Mascalucia, Riposto, Acireale, ecc.), nel messinese (26 comuni: Messina, San Fratello, Castell'Umberto, Tortorici, Rodì Milici, San Filippo del Mela, Capo d’Orlando, Mandanici, Milazzo, Floresta, Giardini Naxos, ecc.), nel trapanese (Salemi, Marsala, Castelvetrano, Alcamo, Mazara del Vallo, Vita, Campobello di Mazara, ecc.), ma anche nel palermitano Carini, Termini Imerese, Capaci, Altavilla Milicia, Misilmeri, ecc.), nell'ennese (Leonforte, Centuripe, ecc.), nel siracusano Francofonte, Melilli, ecc.). Ceppi molto meno consistenti sono presenti in altre regioni italiane, soprattutto Lombardia, Lazio, Liguria, Calabria, Piemonte, ecc.

Riferimenti storici e personaggi – GIULIO CRIMI (Paternò 10/5/1885- Roma 29/10/1939) – noto tenore italiano; ha occupato un posto apprezzabile nel panorama lirico mondiale grazie ad una voce piena, bella e brillante e ad un canto caldo e comunicativo. Aveva debuttato nel 1911 al Teatro Bellini di Catania con la Cavalleria Rusticana, mentre il suo debutto internazionale avvenne nel 1914 a Londra al Covent Garden. Poi recitò a Torino, al teatro Metropolitan di New York in Aida e vi cantò per quattro stagioni in La Bohème, Andrea Chenier, Cavalleria Rusticana, il Trittico di Puccini. Si esibì poi a Chicago, Buenos Aires, Milano e tanti altri noti teatri italiani ed europei. L’arresto della sua carriera fu molto brusco, dovuto a gravi motivi di salute, emorragia all’occhio sinistro e ipertensione. Morì a soli 54 anni a Roma dove insegnava canto.

VITO CRIMI (Palermo 26/4/1972) – diploma di maturità scientifica, impiegato, assistente giudiziario di Corte d'Appello. Politico, senatore del Gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle eletto per due mandati consecutivi: XVII e XVIII Legislatura. È sottosegretario di Stato per l’interno nel Governo Conte II; era stato sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel Governo Conte I. Fra i veterani del Movimento Cinque Stelle, è lui che attualmente sostituisce il capo politico dimissionario.

Scalici

(come Giovanni Scalici, pianista, organista, direttore di coro, compositore)

Scalici dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine dialettale “scàlici” che significa germoglio di cipolla, e che indicava probabilmente il mestiere di coltivatore o venditore di cipolle svolto dal capostipite. È un cognome diffuso ampiamente nel palermitano (Palermo, Torretta, Monreale, Ficarazzi, Isola delle Femmine, San Giuseppe Iato, Carini, Misilmeri, Villabate, Balestrale, Altavilla Milicia, Altofonte, Cinisi, Trabia, ecc.) e attestato in minore misura nel messinese (Messina, Valdina, Taormina, Giardini Naxos), nel siracusano (Augusta, Noto, Siracusa), nell’agrigentino (Sciacca, Casteltermini), nel catanese (Catania, Aci Sant’Antonio). Famiglie Scalici sono note anche in Lombardia, Piemonte, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Veneto, ecc.

Riferimenti storici e personaggi. GIOVANNI SCALICI (Palermo), pianista, organista, direttore di coro, compositore, ha perfezionato gli studi con diversi maestri di fama internazionale; diplomato al corso triennale di perfezionamento liturgico-musicale (CO.PER.LI.M.) C.E.I., Roma, con tesi musicologica. Direttore fino al 1991 del coro della SCU.SPE.T. di Napoli, con il quale ha ottenuto il primo premio e il premio speciale come miglior direttore al raduno internazionale dei cori militari svoltosi a Lourdes nel 1990. Direttore del coro G. B. Pergolesi di Palermo fino al 1993. Ha fondato e dirige il coro “Cum Iubilo” e il gruppo vocale femminile omonimo con i quali svolge intensa attività concertistica. Con il coro Cum Iubilo ha ottenuto il primo premio in diversi concorsi polifonici nazionali (Catania 2004, Caccamo 2007, Polizzi Generosa 2007, Alessandria della Rocca 2007, Enna 2014), e ha vinto il Trofeo “A.R.S. Cori” nel 2003 e nel 2007, e il “Premio Sollima” nel 2014. Ha diretto in numerose rassegne e stagioni concertistiche (XLV e LVI Settimana di Monreale; VII Rassegna di Musica Vocale Sacra “Città di Porto Empedocle”; Festival Organistico di S. Martino delle Scale 1999, 2004, 2007, 2008, 2010, 2011, 2013 e 2016; ecc. ANTONINO SCALICI (Palermo 17/6/1939), funzionario Enel, politico, deputato regionale eletto per due mandati consecutivi (XII e XIII Legislature), nella lista “Noi Siciliani”, prima, nella lista “Movimento di Iniziativa Popolare, poi. All’ARS è stato deputato segretario e componente della Commissione II – Bilancio e programmazione. FRANCESCO SCALICI (Palermo 1950), docente, artista poliedrico; diplomatosi presso l’Accademia delle Belle Arti in Scultura, ha insegnato per dieci anni, dal 1976 al 1986, presso l’Istituto d’Arte e il Liceo Artistico di Palermo; poi scelse di vivere a Gubbio. È Ufficiale Superiore (Tenente Colonnello) di completamento del 1^ Reggimento Granatieri di Sardegna. Da tempo ha approfondito l’uso delle varie tecniche di fusione, a cera persa, a sabbia, a conchiglia e si è interessato alle più diverse esperienze nel campo del tridimensionale. Si è impegnato nel restauro di stucchi, di strutture lignee, di bronzi, di statue in cera. Ha progettato anche nel campo del giocattolo, dell’araldica militare e del tempo libero. Continua a sperimentare le più svariate tecniche, soprattutto nella ricerca di antiche e quasi scomparse tecniche artistiche e artigianali. Fra le sue numerose opere, in Sicilia ha scolpito un gruppo statuario in marmo di Carrara e bronzo rappresentante san Benedetto da Norcia per l’Abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo a Mazara del Vallo; in seguito ha eseguito le maschere di cera necessarie per i processi di beatificazione di alcune suore e pie donne; ha realizzato stemmi militari per reggimenti ed enti vari.

Raccuglia

(come Salvatore Raccuglia, intellettuale poliedrico, scrittore, educatore)

Raccuglia è un toponimico, cognome derivato dalla località Raccuia, comune del messinese, probabilmente luogo d’origine del capostipite. È un cognome molto diffuso nel palermitano (Palermo, Misilmeri, Bagheria, Torretta, Altofonte, Piana degli Albanesi, Ficarazzi, San Giuseppe Iato, Santa Flavia, Belmonte Mezzagno, ecc.) e noto anche nel catanese (Misterbianco, Catania, San Giovanni La Punta, Caltagirone, Aci Catena, ecc.), nell’agrigentino (Licata, Sciacca), nel messinese (Alì, Sant’Alessio Siculo), nel siracusano (Siracusa, Augusta, Melilli), nell’ennese (Aidone, Agira). Famiglie Raccuglia sono presenti, qua e là, in alcune regioni italiane: Lombardia, Lazio, Toscana, Piemonte, Campania, ecc.

Riferimenti storici e personaggi. Il cognome Raccuia (o nella sua variante Raccuglia) si diffuse nel palermitano verso il secolo XVII quando il conte di Raccuia fondò il paese di Bagheria chiamandolo con il nome di “Raccuia Nuova”. In quell’occasione molte persone si trasferirono nella nuova località propagandone il nome nei territori vicini. FILIPPO ERNESTO RACCUGLIA (Palermo 16/6/1895 – 25/7/1987), direttore d’orchestra, musicista, compositore. Fu sovrintendente del Massimo di Palermo dal 1942 al 1953, poi consulente artistico dal 1959 al 1970 e direttore artistico fino al 1973. Fu critico musicale del quotidiano “L’Ora” e, successivamente, di Telestar. Dopo la laurea in giurisprudenza, era stato allievo di Alberto Favara e, a Roma, di Ottorino Respighi; si era diplomato al conservatorio di Palermo in composizione e direzione d’orchestra. Dal 1925 al 1927 aveva curato a Palermo la sezione della Corporazione delle Nuove Musiche, dal 1937 al 1939 aveva organizzato e diretto la prima Settimana di Monreale e i concerti di musica da camera. Diresse opere liriche e concerti sinfonici, compose liriche per canto e pianoforte e qualche brano d’orchestra. SALVATORE RACCUGLIA (Villafrati 26/1/1861 – Caltanissetta 27/6/1918), intellettuale poliedrico, autore di numerose pubblicazioni nell’ambito della didattica, della pedagogia, della storia, della letteratura e delle tradizioni popolari isolane. Fu maestro elementare a Palermo, regio ispettore a Reggio Calabria, Castroreale, Acireale, Termini Imerese, Agrigento, Caltanissetta. Fu socio di diverse Accademie fra cui quella degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale; fu redattore di varie riviste fra cui l’Avvenire Educativo, fondata da Gabriele Gabrielli e pubblicata da Sandron a Palermo; fondò e diresse le riviste “Akragas”(Agrigento 1912) e “Sicania”(Caltanissetta 1913). Pubblicò molti libri a Palermo, Ragusa, di Acireale; tradusse dal francese l’opera di Michel de Montaigne e tratteggiò le figure di grandi pedagogisti come Gaspare Gozzi e Francesco Fénelon: Agli interessi di educatore affiancò quelli letterari, teatrali e per il folklore di cui scrisse vari articoli.

Coglitore

(come Massimo Coglitore, regista)

Coglitore: si tratta di un cognome agentis o epanghelmatico (cioè derivato da un mestiere), probabilmente riferito ad un capostipite che esercitava l’attività di raccoglitore (d’uva, frutta, olive, ecc.) o di esattore, riscuotitore delle tasse, del dazio, ecc. Il cognome è diffuso soprattutto in Sicilia, nel messinese (Messina, Furci Siculo, Limina, Santa Teresa Riva, Patti, Fiumedinisi, Roccalumera, Savoca, Taormina, Barcellona Pozzo di Gotto, ecc.), nel palermitano (Palermo, Bagheria, Torretta, Isola delle Femmine, ecc.), nel catanese (Catania, Acicastello, Santa Venerina, Riposto, ecc.), nell’agrigentino (Palma Montechiaro, Sciacca), nel siracusano (Lentini), nel trapanese (Marsala); modesti nuclei del cognome si trovano in Lazio e Lombardia, piccoli nuclei in Piemonte, Campania, Liguria e altre regioni italiane.

Tracce storiche e personaggi. Coglitore è un’antica nobile famiglia palermitana che possedette il feudo di Salice nel XV secolo. Tra i suoi esponenti vengono ricordati Giuseppe, che nel 1761 ebbe il tiolo di barone di San Vincenzo; Pietro, che nel 1793 ebbe il titolo di barone di Sant’Agostino in Palermo; Carlo che nel 1901 ottenne per eredità materna il titolo di barone di Pampinello; la famiglia risulta iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliario Italiano del 1922. MASSIMO COGLITORE (Messina 1970), regista; inizia da piccolo a girare alcuni cortometraggi a livello amatoriale. Nel 1998 gira “Uomo di carta”, primo corto in 35 mm.; nel 2002 produce, scrive e dirige “Deadline”, nuovo corto di 35 mm. in concorso in 144 festival nazionali ed internazionali e vincitore di 64 premi.  Poi cura la regia di diversi documentari, videoclip, spot commerciali e sociali; dal 2003 al 2006 ha tenuto otto laboratori di cinema in diversi licei. Nel 2007 gira il film TV “Noi due” per Rai Fiction, nel 2015 “The Elevator”, thriller psicologico in lingua inglese prodotto dalla Lupin Film di Riccardo Neri, nelle sale cinematografiche nel giugno 2019. GIUSEPPE COGLITORE (Messina 1826/1895), “scrittore di storiche, letterarie e giuridiche dottrine”. Scrisse, fra l’altro, una “Storia monumentale-artistica di Messina, Tip. Del Commercio, Messina, 1864.

  

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