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Al binario cinque della Stazione Termini arriva Amelia Bonetti, in arte Ginger. Il film di Fellini fu per me una folgorazione come le parole con le quali Moravia ne accompagnò la critica in suo articolo: «I 'mostri' di Fellini stanno a testimoniare una vittoria dell'immaginazione visionaria sulla lucida osservazione.» (L'espresso Roma, 2 febbraio 1986). Questa è (l')Arte. Ed ecco a voi un piccolo spazio dove appuntare considerazioni a margine su fatti d'arte, di teatro, di cultura, di visionarie immaginazioni

VIDEO | "Solo non posso essere", il lavoro del Centro Diaconale per le famiglie in difficoltà della Noce

In piena emergenza sanitaria da Covid-19, il Comune ha individuato la struttura tra gli enti del terzo settore come punto di distribuzione alimentare nel quartiere per sostenere oltre 180 nuclei familiari

Nel mese di aprile, in piena emergenza sanitaria per pandemia causa Covid-19, il Comune ha individuato tra gli enti del terzo settore il Centro Diaconale La Noce come punto di distribuzione alimentare nel quartiere Noce per sostenere le famiglie in difficoltà; destinando parte del budget stanziato dalla Protezione civile per l’acquisto di generi di prima necessità. Il terribile spaccato di isolamento sociale ed emotivo registrato dai professionisti che da anni lavorano al Centro Diaconale La Noce ha portato a una trasformazione in itinere del progetto, non solo mero punto di distribuzione alimentare ma "camera dell'ascolto" in cui i componenti delle famiglie in difficoltà vengono accolti, ascoltati e aiutati.

Manuela Mezzatesta coordinatrice dei servizi di emergenza Covid-19, e Piera Buccellato, mediatrice umanistica, dirigono e coordinano le attività del progetto che sta aiutando molte famiglie del rione, un numero in continua crescita, oltre 180 nuclei. Il quartiere Noce è periferia nella periferia, un atollo multietnico che accoglie in sé comunità provenienti da Ghana, Bangladesh, Sri Lanka, integrate perfettamente nel territorio. Tantissime famiglie multi-problematiche vivono nell’ombra, spesso per paura che l'intervento dei servizi sociali possa causare l'allontanamento dei minori e disgregare il nucleo familiare già così precario. Il numero di persone che ingabbiate nella paura preferiscono vivere in piena emergenza senza mai ricorrere ai servizi di assistenza è molto alto.

A luglio il progetto si concluderà ma, come spiegato da Manuela Mezzatesta e Piera Buccellato, la situazione di grave emergenza sociale e di deprivazione di molte famiglie richiede una risposta da parte delle istituzioni, la necessità di progettare nuovi spazi e mettere in campo strategie per superare la logica dell'assistenzialismo e aiutare queste persone a emergere e a riscattarsi dal dolore e dall'impotenza che da anni li schiaccia.

L'obiettivo sarebbe quello di fornire strumenti validi all'emancipazione e autosufficienza dell'individuo, in linea con le azioni promosse dal Centro Diaconale La Noce - Istituto Valdese che, presente a Palermo dalla fine degli anni '50, come opera sociale della Chiesa Valdese ha fornito servizi a sostegno dell'infanzia svantaggiata per il superamento dei condizionamenti sociali, culturali e psicofisici, e promosso attività di promozione sociale, integrazione e tutela dei diritti umani e civili. Il progetto avviato in questi mesi nel quartiere la Noce ha creato una rete preziosa di relazioni, tra i professionisti che lavorano al suo interno e alcune famiglie del territorio, riuscendo a far breccia in questo muro di solitudine, deprivazione economica ed emotiva e diffidenza per le istituzioni che, in questo quartiere come in molti a Palermo, ha radici profonde. Persone che hanno bisogno di essere ascoltate, accolte. Io ti vedo, è questa la vera rivoluzione che sussurrata si muove a pochi passi da una piazza che cerca il proprio riscatto.

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