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Festa delle famiglie e dell'integrazione alla scuola Valdese

Una giornata a cui hanno aderito associazioni e movimenti che si battono in maniera differente per i diritti degli esseri umani e la difesa della loro dignità

Dalla strada si sentono le voci di bambini che si rincorrono e ridono a squarciagola, la musica in sottofondo in un giardino che ti sorprende perché nasce alle spalle di un anonimo palazzo di mattoni rossi, e poi piccole mani che si cercano e si intrecciano per raggiungere il prossimo gioco, ‘battipanni liberi tutti’ e ‘giochiamo a nascondino’, sorrisi scambiati come ‘benvenuto’ e ‘piacere di conoscerti’ così che nessuno sembra essere sconosciuto all’altro, e colori di pelle e sulla pelle che si mescolano e si riconoscono in un unico linguaggio: questa è la ‘Festa delle famiglie’ organizzata dalla scuola Valdese e dal centro diaconale ‘La Noce’, la settima edizione come si legge su un volantino.

Un titolo che oggi potrebbe trarre in inganno e farci pensare a una di quelle manifestazioni in cui si sottolinea come la ‘famiglia’ sia un concetto che abbia a che fare con l’orientamento sessuale e con diritti che non sono per tutti, come se l’amore davvero potesse conoscere queste restrizioni. Quel titolo, invece, nasconde la sorpresa di una rappresentazione di ciò che la famiglia è oggi, un nucleo composto da persone che si amano e ne fanno parte, senza confini, ma con linguaggi sconfinati e declinazioni: «Amore che non è in grado di discriminare» disse in una sua lettera aperta il premio Nobel Dario Fo, in merito all’infelice spot di un noto marchio italiano.

Festa delle famiglie e dell'integrazione alla scuola Valdese

Una festa aperta a tutti, con tutte le etnie che fanno grande Palermo e l’Italia tutta; una giornata a cui hanno aderito associazioni e movimenti che si battono in maniera differente per i diritti degli esseri umani e la difesa della loro dignità, spazio in cui sono veicolati messaggi differenti, che non hanno a che fare solo con l’integrazione e l’accoglienza, ma anche con la conoscenza e la memoria, quella che così labile ogni giorno lasciamo scivolare via: «la festa – si legge nel post di invito all’evento pubblicato su Facebook – sarà dedicata alle grandi battaglie delle donne italiane e del femminismo per la conquista di alcuni diritti fondamentali, ma anche alla riflessione sulle differenze, a partire da quella primordiale, la differenza di genere. Riteniamo che esse non vadano omogeneizzate, ma piuttosto valorizzate e messe nelle condizioni di esprimersi alla pari. Una visione che potrà favorire una maggiore consapevolezza sull’importanza di saper rispettare gli spazi ed il senso di libertà di ciascuna e di ciascuno, al fine di conquistare una posizione culturale ed affettiva più armonica, fondata sulla condivisione e sulla corresponsabilità». Buona famiglia a tutti, sperando che sia un monito per l’Italia di domani.

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