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Giovedì, 28 Marzo 2024
AMARCORD1983

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A cura di Alessandro Bisconti e Francesco Sicilia

Soffia il vento di Woodstock: Palermo Pop 70, il concerto che ha cambiato la storia

Nel giorno del concertone di Radio Italia ricordiamo la madre di tutte le manifestazioni musicali a Palermo. Pace, amore, musica e leggenda: 47 anni fa Duke Ellington, Aretha Franklin e Arthur Brown danno vita a un'esperienza sconvolgente e irripetibile

Tre giorni di pace, amore e musica. Intrecciati per sempre nella storia. Un’adunata rock senza precedenti per Palermo: in viale del Fante soffia il vento di Woodstock. Succede 47 anni fa, quando Gabbani, Rovazzi, Le Vibrazioni, Nina Zilli non erano neanche nati. Palermo Pop 70 è un concerto da leggenda, con Duke Ellington, Aretha Franklin, gli Exseption, Arthur Brown che si esibiscono davanti a centomila giovani. Chiedetelo ai "ragazzi" palermitani che hanno almeno 55 anni che uscirono trasformati da quell’esperienza, così sconvolgente e irripetibile, cosa è stato quell'evento. Il concerto di Radio Italia, programmato per stasera al Foro Italico, sta monopolizzando una città, tra misure di sicurezza, limitazioni al traffico e grande partecipazione di pubblico. Ma - ci perdonino i fan di Ramazzotti e Gabbani - ha poco a che vedere con quello che successe dal 17 al 19 luglio del 1970.

Sogni evaporati, desideri infranti, sbocciati sul prato spelacchiato della Favorita nelle notti di una Palermo selvaggia, anarchica e rivoluzionaria. E' il trionfo della hippy generation: corpi che si incastrano liberamente sotto il cielo palermitano, 300 artisti che scrivono una pagina di storia, fortemente voluta da Joe Napoli, manager americano di origini siciliane, e Silvana Paladino.

Tempesta di ormoni, eccitazione incontrollata. Un'esplosione di libertà mai vista. A un certo punto Artur Brown mentre si esibisce, abbassa i pantaloni, in pieno show. Un'"esibizione" che gli costa l'arresto. Palermo sta cambiando: per 3 giorni nobili, fighetti, proletari e scafazzati si ritrovano insieme. Un cartello enorme annuncia la presenza dei Led Zeppelin, che però non arriveranno mai. Palermo Pop 70: hippy e sogni. Un'idea geniale: portare Woodstock a Palermo, nella capitale della mafia (così come era ricosciuta). Una città calda, strade straripanti di energia, che ribolliva di passione ed entusiasmo. Così Palermo improvvisamente è piombata al centro di tutto con le stelle mondiali. Musica e sballo, canne e amore libero, con viale del Fante che diventa l'isola di Wight in un'atmosfera quasi onirica. I ragazzi - sul prato della Favorita - si baciano liberamente, trionfano le effusioni in un momento storico particolare, quello del terrorismo e della strategia della tensione. 

Dovevano esserci pure i Pink Floyd e i Rolling Stones, ma la loro presenza sfuma per un soffio. L'uragano del Sessantotto porta a Palermo il grande jazz e l'essenza del pop-rock internazionale. Si fa anche sesso sull'erba mentre chitarra e batterie spazzano i tabù. Affiorano minigonne, topless, lo scirocco siciliano scompiglia frangette e capelli lunghi. Non solo 1970: il Palermo Pop rivive anche nei due anni seguenti. Si sposta sul mare, ci sono anche gli Emerson Lake & Palmer nell'edizione dell'Arenella. Un enorme campus in cui tutto è concesso.

Chi c'era racconta di una notte finita a pietrate, l'anno dopo, con una massa di spettatori che vuole scavalcare, ma viene rimbalzata e i Delirium che cantano per mezz'ora "Jezael" per prendere tempo. Notti senza fine tra jam-session e non solo alla Baia del Corallo. Star mondiali, come i Black Sabbath, ma anche prodotti nostrani come  Bobby Solo, Rossana Fratello, una giovanissima Giuni Russo e i Ricchi e Poveri. Il vento però poi si spegne. Consegnando ai ricordi dei palermitani un evento irripetibile. Con buona pace di Radio Italia, solo musica italiana.

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