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AMARCORD1983

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A cura di Alessandro Bisconti e Francesco Sicilia

7 giugno, il fallimento, la Battipagliese: il comandante Schettino che affondò il Palermo

"E' finita, è C2": diciannove anni fa esatti i rosanero toccano uno dei punti più bassi della loro storia e precipitano in quarta serie dopo un drammatico 0-0 nel ritorno dei playout contro i campani. Cronaca del pomeriggio più triste

Nuvole gonfie di pioggia, cielo scuro, sinistri presagi. I fantasmi del fallimento anticipano l'estate e si appollaiano sui gradoni del Barbera. E riportano a galla vecchi incubi nel compleanno più triste del Palermo. Diciannove anni fa esatti, in un altro 7 giugno, il club rosanero è affondato da Schettino. Che non è ancora il comandante della Costa Concordia, ma soltanto il portiere della Battipagliese, famoso per avere giustiziato il Palermo in un afoso pomeriggio da cani. E' il 1998, tempi duri. C'è da salvare la C1 e ribaltare lo 0-1 rimediato sette giorni prima in Campania. Basterebbe un golletto, pensano tutti. 

Ma la gente che tifa Palermo ha staccato la spina e preferisce restare a casa a guardare Pantani che arriva a Milano in maglia rosa, o andare al mare. Perché è domenica. Il mare, Schettino, la nave che affonda. Seimila persone si presentano allo stadio per il ritorno dei playout. Cronaca di una waterloo annunciata. Arcoleo dalla panchina, e Bonaiuti e compagni dal campo, firmano il suicidio perfetto: dalla A accarezzata con il Palermo dei picciotti alla C2 in appena due anni.

I rosanero quel giorno lottano ma non pungono. Ci provano dall’inizio alla fine ma Di Somma e Scarafoni sbattono su tale Giovanni Schettino. Uno scricciolo di portiere (non arrivava neanche ai 180 centimetri) che respinge, mura, para, si esalta e cala la saracinesca. Un molleggiato tra i pali. E' lui il protagonista del pomeriggio della Favorita, soprattutto quando la Battipagliese resta in 10 per il rosso a Loria, futuro romanista e già in gol all'andata. Schettino è decisivo soprattutto con un colpo di reni per dire “no” a una girata di Triuzzi e a una schiacciata (di pugno) di Scarafoni. Saltano i nervi, fioccano i gialli. Finisce zero a zero. Palermo giù all’inferno. Rabbia e rassegnazione. Guido Monastra chiude la radiocronaca dicendo: “E’ C2. È finita. È C2”. Poi, però arriva il fallimento dell’Ischia Isolaverde e il ripescaggio.

Qualche mese dopo il Palermo si ritrova tra i piedi ancora l’”armata” bianconera nella corsa verso i playoff. La Battipagliese festeggia di nuovo alla Favorita (1-0). Schettino para un rigore e dedica un dito medio ai tifosi della Nord. L’ultimo momento di celebrità prima di scomparire nel nulla. Eppure quel giorno il comandante è ancora lui: aveva visto il Palermo affondare davanti ai suoi occhi. Ma la salvezza si chiamava Isolaverde.

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