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Giovedì, 28 Marzo 2024
AMARCORD1983

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A cura di Alessandro Bisconti e Francesco Sicilia

Quando Bjorn Borg vide due morti ammazzati a Palermo

Ubitennis riporta a galla un curioso aneddoto raccontato da Cino Marchese, morto nei giorni scorsi, e organizzatore degli Internazionali di Sicilia: "Nel 1979 convinsi lo svedese, numero uno incontrastato, a venire in viale del Fante. Gli avevo assicurato che non sarebbe successo niente..."

La morte di Cino Marchese, l'uomo che nel 1979 aveva portato il grande tennis a Palermo, organizzando per quasi 25 anni i campionati Internazionali di Sicilia (a lungo il secondo torneo d’Italia alle spalle solo di Roma) porta a galla una serie di aneddoti sui marziani della racchetta piombati all'improvviso sui campi di viale del Fante. Ma ce n'è uno che su tutti merita di essere raccontato. E' stato il sito Ubitennis a rispolverarlo.

Così è stata ripescata una vecchia storia "narrata" da Cino Marchese in merito alla presenza dell'allora numero uno del mondo, Bjorn Borg, a Palermo. "Quello di Palermo - scriveva Marchese - era un torneo che ero riuscito a rilanciare con l’aiuto imprescindibile dell’allora presidente del TC Palermo, Antonino Mercadante e solo suo e di pochi altri appassionati siciliani (...). Eravamo nel 1979 ed in marzo a Palermo si era svolto un incontro di Davis, Italia-Danimarca che riscosse un successo incredibile non solo nel capoluogo, ma in tutta la Sicilia. Io iniziavo la mia carriera quale manager nel tennis e tramite il mio amico Vittorio Selmi ero venuto a sapere che si era cancellato il torneo di Teheran per ragioni politiche con l’avvento al potere di Khomeini che considerava il tennis uno sport non in linea con le idee del suo regime e quindi era possibile prendere la palla al balzo e chiedere all’ATP la disponibilità della data".

"Detto e fatto anche perché allora le cose non erano molto complicate e ancora il tennis non era un grande business. Mi ricordo una telefonata notturna all’ingegner Mercadante (...). Personalmente avevo il mio asso nella manica perché essendo molto amico di Borg contavo di convincerlo a partecipare. Mercadante aveva precettato tutto il suo Consiglio che a Palermo chiamano Deputazione (...). Dissi che puntavo molto ad avere Borg, ma che l’avrei saputo per certo solo dopo Wimbledon a metà luglio. Tutti ci mettemmo al lavoro e ci scambiavamo notizie sul procedere, ma regnava un grande entusiasmo ed altrettanto ottimismo. Finalmente arriva la conferma di Bjorn che puntualmente aveva vinto Wimbledon ed era agli occhi di tutti l’incontrastato numero uno. Da Londra volo direttamente a Palermo per una conferenza stampa che annunciava e confermava il tutto".

"Era una giornata calda tipicamente siciliana e sotto i piacevoli eucalipti del Circolo del Tennis presi la parola e dissi 'signori ho il privilegio e l’onore di annunciare che il numero uno del mondo Bjorn Borg sarà a settembre a Palermo per rinnovare la tradizione degli Internazionali di Sicilia', un grande applauso accolse questa mia dichiarazione a cui però incalzai: 'Però è specifica richiesta del campione svedese che in quella settimana non accada nulla di strano'. Eravamo negli anni delle cruenti guerre mafiose che insanguinavano la Sicilia e l’allusione era chiara anche se lasciava il tempo che trovava. Tutti fecero cenni rassicuranti e passammo al buffet. A settembre arriva il torneo, Borg arriva con la sua promessa sposa Marianna, vince il torneo e si ferma un giorno di più perché il lunedì sarebbe volato direttamente in Inghilterra per giocare un evento benefico con il compianto Vitas Gerulaitis. Io torno a casa a Roma ed alla sera ricevo una telefonata furiosa di Bjorn che mi dice: 'Mi avevi promesso che non sarebbe successo niente nella settimana in cui sarei stato a Palermo e stamane mentre andavamo all’aeroporto ad un crocevia c’erano due corpi esanimi morti ammazzati!'. Ed io di rimando: 'Bjorn io ti ho promesso la settimana del torneo, ma oggi è lunedì ed il mio controllo è finito!'".

Per la cronaca: Björn Borg ha battuto in finale l'azzurro Corrado Barazzutti 6–4, 6–0, 6–4. Il giorno dopo la fine del torneo, il 25 settembre del 1979, verso le 8,30 del mattino, una Fiat 131 di scorta arrivò sotto casa del giudice Cesare Terranova, per portarlo al lavoro. Terranova si mise alla guida della vettura mentre accanto a lui sedeva il maresciallo di pubblica scurezza Lenin Mancuso. L'auto imboccò via De Amicis trovandola inaspettatamente chiusa da una transenna di lavori in corso. Il giudice Terranova non fece in tempo a intuire il pericolo. In quell'istante da un angolo sbucarono alcuni killer che aprirono ripetutamente il fuoco con una carabina Winchester e delle pistole contro la Fiat 131. 

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