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La Rai racconta: "L'astronave verde e i mafiosi che ringhiavano dalle gabbie"

"Maxi. Il grande processo alla mafia", in onda domani alle 21.10 su Rai Storia: "Quando il vecchio boss Luciano Liggio provò a innervosire i giudici e il pentito Salvatore Di Marco minacciò di ritrattare"

Il 10 febbraio 1986 inizia il maxiprocesso a Cosa Nostra. Per la prima volta più di 400 mafiosi sono chiamati a rispondere di decine di reati, in un'aula giudiziaria di enormi  dimensioni costruita per l'occasione. Anche la Rai si mobilita per raccontarlo, con una redazione ad hoc di fronte all'aula bunker, che  tutti chiamano ''l'astronave verde''. A raccontare il processo sarà Franco Licitra, giornalista di 50 anni della sede di Palermo, gran conoscitore del fenomeno mafioso, con Gianni, un giovane operatore  arrivato da Roma a rinforzare il gruppo di lavoro palermitano, e Teresa, una montatrice appena assunta, giovane e appassionata: a loro e ai primi passi del processo è dedicata la prima puntata del ciclo ''Maxi. Il grande processo alla mafia'', in onda domani alle 21.10 su Rai Storia.

Questa fase embrionale vede i giornalisti della Rai alle prese con un  lavoro complesso e caotico, impegnati nel racconto del processo, sottoposto a un'attenzione mediatica di livello mondiale, mentre la Corte prende ancora le misure dell'enorme dibattimento, tra procedure burocratiche e lungaggini organizzative.

Gli avvocati - tra i quali  Federico Marsalis, palermitano, difensore di alcuni degli imputati - basano la propria strategia difensiva proprio sull'ingestibilità della macchina processuale. Intanto, i mafiosi "ringhiano" dalle gabbie, il vecchio boss Luciano Liggio prova a innervosire i giudici, il pentito Salvatore Di Marco minaccia di ritrattare. Ma il 20 febbraio 1986  viene arrestato anche Michele Greco, detto ''il Papa'', il capo della Commissione mafiosa: il maxiprocesso può entrare nel vivo.

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