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Adesso spunta anche il libro della cucina mafiosa: "Situazione sempre più inquietante"

Lo sfogo del presidente regionale Coldiretti, Francesco Ferreri: "L'immagine della Sicilia è offuscata dalla crescita di questo fenomeno. Dal caffè “mafiozzo” al vino “padrino”, c’è un paniere di prodotti che inneggiano a Cosa nostra"

Frutti tropicali, agrumi, trattori, olio, motori: ogni giorno nelle campagne siciliane viene rubato di tutto e solo maggiori controlli riducono il danno che gli agricoltori sono costretti a subire. E’ quanto afferma il presidente regionale Coldiretti, Francesco Ferreri, commentando il rapporto elaborato da Coldiretti, Eurospes e Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare presentato oggi in base al quale il volume d’affari complessivo annuale delle agromafie è salito a 24,5 miliardi di euro con un balzo del 12,4% nell’ultimo anno. Ferreri ha parlato anche della malavita in cucina (c'è in vendita il libro di ricette della mafia).

"Il quadro disegnato  – prosegue Ferreri - è davvero inquietante perché emerge che la rete criminale ancora di più si incrocia perfettamente con la filiera del cibo, dalla sua produzione al trasporto, dalla distribuzione alla vendita, con tutte le caratteristiche necessarie per attirare l’interesse di organizzazioni che via via abbandonano l’abito “militare” per vestire il “doppiopetto” e il “colletto bianco”, riuscendo così a scoprire e meglio gestire i vantaggi della globalizzazione, delle nuove tecnologie, dell’economia e della finanza tanto che ormai si può parlare ragionevolmente di mafia 3.0".

"Ma ancora più inquietante – conclude il presidente regionale Coldiretti – è che l’immagine della Sicilia venga offuscata dalla crescita del fenomeno del “mafia sounding” con il marchio “Mafia  Style” nel mondo, dal caffè “mafiozzo” al vino “padrino”, c’è un paniere di prodotti che inneggiano alla mafia o addirittura il libro della cucina mafiosa e questi marchi associano l’isola alle mafie. L’impegno delle forze dell’ordine, come si evince dallo studio, è sempre più massiccio e capillare ma evidentemente deve essere rafforzato soprattutto in alcuni anelli della filiera visto che l’agroalimentare attira sempre più delinquenti".

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