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Disegno di legge all'Ars per l'editoria, l'Ordine: "Un primo passo incoraggiante"

Tra gli obiettivi anche quello di aiutare i giornali siciliani in preda alla crisi che li costringe a pesanti sacrifici anche sul piano economico e a tagli di posti di lavoro

La grave crisi dell'editoria, lo stato di sofferenza dei giornali siciliani che li costringe a pesanti sacrifici anche sul piano economico e a tagli di posti di lavoro, richiedono interventi urgenti e non più differibili da parte delle istituzioni per dare ossigeno a un settore,  come quello dell'informazione, essenziale per la democrazia. Per questo motivo il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia, appreso di un disegno di legge presentato all'Assemblea regionale da alcuni parlamentari  per la promozione e il sostegno delle imprese dell'informazione locale, non può non salutare con soddisfazione e incoraggiare l'introduzione di misure che prevedono, tra l'altro, il sostegno dei livelli occupazionali delle imprese editoriali. 

L'Ordine valuta positivamente gli interventi  previsti, come i contributi  e le facilitazioni per l'accesso al credito, finalizzati  a favorire l'innovazione tecnologica con positive ricadute in termini di sbocchi professionali; i contributi per la stabilizzazione del personale con contratti non a tempo indeterminato; la pubblicazione, nel nome della trasparenza delle pubbliche amministrazioni, degli atti in tema di appalti e subappalti, nonché la pubblicazione dei bilanci semplificati di Regione, enti locali, aziende, società controllate e partecipate attraverso i quotidiani cartacei e le testate on line.

Le risorse finanziare individuate per il primo anno, un milione di euro, osserva l'Ordine dei giornalisti di Sicilia, non lasciano immaginare inizialmente grandi possibilità di intervento, ma l'importante è avere evidenziato che  il problema esiste, che la crisi dell'editoria è assai grave e preoccupante, che bisogna intervenire per rilanciare l'informazione, tutelare il pluralismo, scongiurare il rischio di pesanti tagli occupazionali e la scomparsa di numerose testate che rappresentano la voce dei territori. L'Ordine auspica un serio confronto parlamentare su questi temi e un impegno costruttivo per migliorare ulteriormente le proposte avanzate.
 

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